Il benessere per le nuove generazioni
Per poterli aiutare in modo concreto dobbiamo metterci nella posizione di ascolto, evitando innanzitutto di giudicare in maniera superficiale
Sempre più spesso ci rendiamo conto come in ambito giovanile stia crescendo un profondo disagio che spinge in modo pericoloso i ragazzi, soprattutto in età adolescenziale, ad adottare comportamenti di opposizione e di totale rifiuto nei confronti della realtà sociale in cui vivono, rifiutando tutto ciò che gli viene proposto, senza un’adeguata ed oggettiva valutazione di quello che li circonda.
Essi evitano di adottare e rispettare quel minimo di regole indispensabili per una corretta e costruttiva vita sociale.
Ma la causa di tutto ciò non è attribuibile interamente a questi ragazzi. Infatti, se valutiamo attentamente le cause scatenanti, ci renderemo conto che il problema è spesso determinato da disagi di fondo provenienti dalla mancanza di una adeguata attenzione delle famiglie nei confronti dei propri figli.
Questi sono sempre di più lasciati in balia degli eventi dando spazio di proliferare a quei modelli sociali che promettono stimoli intensi, purtroppo non sempre adeguati all’età di questi ultimi.
I nuovi sistemi multimediali, internet e la miriade di tecnologie elettroniche, danno la possibilità di accedere liberamente a qualsiasi tipo di informazione, senza che venga eseguito, da parte delle famiglie, una preventiva attività informativa ed educativa che consenta ai ragazzi di abituarli a selezionare quel che può essere giusto o sbagliato, educativo o diseducativo, etico o non etico.
Comunque sia, il disorientamento ed il rischio di devianze è in agguato e la mancanza di una concreta guida educativa rappresenta la base di questo disagio giovanile.
All'interno di questa "new generation", ed in gran parte del costume sociale, dilaga una nuova forma di povertà che vede l'amicizia surclassata dall'egocentrismo, il rispetto e la reciproca collaborazione - ritenuti ormai obsoleti - sostituiti dalla superiorità e dall'apparire a tutti i costi.
L’esaltazione di queste forme comportamentali non solo impediscono una reale evoluzione in ambito sociale ed educativo, ma rendono ancora più difficile trasmettere ai giovani quei sani princìpi che sono alla base del rispettoso vivere sociale, il cui fulcro dovrebbe essere rappresentato dalle persone e la loro dignità sociale.
Questo disagio giovanile non va sottovalutato in quanto porta al pericoloso rischio dell’emarginazione, sfociando così in problemi molto più gravi quali: l’alcolismo, la dipendenza dalle droghe, la delinquenza, ecc..
Per evitare tutto ciò, soprattutto per il bene dei nostri ragazzi, è quantomai urgente mettere in campo le strategie più adatte a rafforzare le risorse insite in loro stessi al fine di aiutarli a trovare una via di uscita da ambienti pericolosi e fortemente condizionanti.
Questa forma di supporto consentirebbe loro di ritornare ad essere padroni delle proprie scelte in maniera consapevole. Li aiuterebbe ad intraprendere un percorso di crescita personale attuando cambiamenti significativi che consentirebbero di poter vivere nella società come persone nuove, scevre da ogni negatività, costruendo nuovi rapporti interpersonali.
Appare fondamentale fare leva sulla motivazione, sui desideri personali, sugli obiettivi e sul loro potenziale.
Per sanare il tessuto sociale e renderlo più vicino alle esigenze dell’uomo, è indispensabile un impegno concreto che consenta lo sviluppo di una cultura che metta in primo piano la persona e la sua dignità, che rafforzi la solidarietà in tutti gli ambienti e nei suoi molteplici aspetti, che assicuri il bene e i diritti della persona, senza alcuna discriminazione.
È inoltre necessario evitare di creare un clima di falsità e di pregiudizio: esso porta a distorcere la realtà per poi ottenere valutazioni di comodo.
È importante, da parte nostra, ascoltare i giovani cercando - dapprima facendo appello alla nostra esperienza di vita e poi al nostro cuore - di percepire e capire i loro veri disagi.
Per poterli aiutare in modo concreto dobbiamo metterci nella posizione di ascolto, evitando innanzitutto di giudicare in maniera superficiale. Solo così potremo aspirare ad ottenere la loro fiducia e soprattutto ad infondere nei loro cuori sicurezza. In questo modo riusciremo a farli sentire accolti ed accettati ma soprattutto liberi di esprimere le proprie opinioni liberamente.
Da questo momento in poi, la figura dell'adulto inquisitore si tramuterebbe nella figura di 'guida esperta' con cui instaurare un clima di reciproca fiducia dando vita così ad un dialogo costruttivo.
Non è certo facile se si considera che l’adulto stesso, a causa della sua storia di vita vissuta, potrebbe avere in prima persona una serie di problematiche emozionali non risolte che renderebbero l’analisi del comportamento non proprio lucido ed efficace, purtroppo!
L’adulto deve saper trasmettere “Fiducia”!
Fiducia è una parola latina, derivante da “fides e fidere”, avere fede. Ma l’origine ancora più antica la troviamo nella cultura indoeuropea “bihidh”, che indica l’atto di "abbassare le difese” ed affidarsi al prossimo.
La parola fiducia non può esistere da sola in quanto implica che le parti in gioco siano due. Maestri di saggezza come Osho o anche Yogananda sostengono che la fiducia è qualcosa che va incoraggiata e sviluppata attraverso la pratica della presenza consapevole e attraverso il distacco dai pensieri (cosa che possiamo raggiunge anche tramite attività come la meditazione), e utilizzare queste qualità per migliorare e trasformare noi stessi ed il mondo intorno a noi.
Apriamoci a i giovani, parliamo il loro linguaggio ed apriamo soprattutto il nostro cuore.
Ascoltiamoli con attenzione e liberi da pregiudizi. Partiamo da noi per abituarci a sentire la fiducia in ogni cellula del nostro corpo, essere contro ogni giudizio negativo, e la nostra visione, e la visione di chi è intorno a noi, verrà migliorata a beneficio di tutti.
Come possiamo trasmettere fiducia se noi stessi ne siamo privi?
Ecco che ciò diviene una continua e costante ricerca per migliorare noi stessi ed il mondo intorno a noi, soprattutto di chi amiamo.
Non preoccupiamoci di ciò che riceviamo, ma di ciò che diamo e tutto ci tonerà sotto forma di amore e fiducia.
Dott. Donato Lioce
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