Eco-ansia: quando la mente sente il peso del pianeta
- Dott.ssa Lisa Di Giovanni
- 1 lug
- Tempo di lettura: 4 min
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La sfida ambientale non è solo una questione di numeri e statistiche, ma un conto che si riflette profondamente nella nostra mente e nel nostro benessere quotidiano.

Possiamo trasformare la nostra eco-ansia in una forza positiva per un cambiamento reale. Siamo tutti chiamati a fare la differenza, un piccolo gesto alla volta.
Immagina di svegliarti al mattino e di essere accolto da una sensazione indefinita di inquietudine. Apri gli occhi, accendi il telefono e, come da routine, ti imbatti nelle notizie dell’ennesima crisi ambientale: una foresta in fiamme dall’altra parte del mondo, un’alluvione improvvisa nel tuo stesso paese, o un nuovo rapporto che parla di perdite irreparabili.
In quei momenti, la mente inizia a interrogarsi: ha senso comprare ancora vestiti, prendere un aereo, o persino pensare al futuro di una famiglia?
Ti chiedi se il mondo che verrà rimarrà ancora abitabile.
E non sei solo: sempre più persone provano questo senso di peso e di ansia.
Quella che stai vivendo ha un nome:
ECO-ANSIA

Questo termine, ormai entrato nel lessico quotidiano, rappresenta una delle nuove frontiere della psicologia del benessere.
Pur non essendo ancora una diagnosi clinica riconosciuta, l’eco-ansia descrive un disturbo emotivo emergente, che sta investendo in particolare i giovani e tutti coloro che sono profondamente sensibili alle questioni ambientali.
Nasce da una consapevolezza in rapida crescita della crisi climatica, alimentata dall’incertezza su un futuro in cui il mondo che conosciamo potrebbe trasformarsi irreversibilmente.
La realtà di un disturbo emergente
Numerosi studi, come quello globale pubblicato su The Lancet Planetary Health e condotto su oltre 10.000 giovani tra i 16 e i 25 anni, evidenziano come il 75% degli intervistati abbia paura per il futuro legato al cambiamento climatico, il 56% si senta impotente, e il 39% esiti persino a mettere al mondo dei figli per timore che il pianeta diventi inabitabile. I dati sono inquietanti, ma non sorprendenti quando si considera quanto l'informazione costante, spesso allarmistica, e la percezione di deterioramento ambientale possano influenzare la salute mentale.
Esperienze personali e il peso delle scelte
Prendiamo la storia di Camilla, una giovane di 24 anni che studia biologia. Ha scelto la sua carriera per contribuire alla salvaguardia del pianeta, sentendo un forte dovere nei confronti della natura.
Nonostante la sua passione e il suo impegno quotidiano, Camilla ammette di vivere autentici attacchi d’ansia.
«Ogni tanto mi chiedo se le mie scelte contino davvero», confessa. «Mi sento come se stessi solo tamponando una nave che affonda, senza poter cambiare realmente qualcosa.»
Queste parole rispecchiano una realtà condivisa da molti: il confronto quotidiano con i cambiamenti climatici porta con sé sentimenti di rabbia, tristezza, colpa e impotenza, che possono declinare in insonnia, problemi di concentrazione e persino in blocchi decisionali estremi.
Un invito a trasformare l'ansia in forza
La buona notizia è che, pur essendo un fenomeno diffuso, l’eco-ansia può essere trasformata in una risorsa positiva.
Esistono varie strategie per trasformare questo peso in una forza propulsiva:
Agire, anche nel piccolo: ogni gesto conta. Sostenere iniziative locali, ridurre lo spreco, adottare abitudini più sostenibili sono piccole azioni che, sommate, possono generare un impatto reale.
Coltivare la resilienza emotiva: praticare tecniche come la Mindfulness, scrivere un diario (journaling) e trascorrere del tempo nella natura (natura terapia) possono aiutare a gestire lo stress e a ritrovare un equilibrio interiore.
Parlarne e condividere esperienze: il dialogo aperto, sia con amici che con professionisti, può alleggerire il peso dell'eco-ansia e trasformare il sentimento di isolamento in un movimento collettivo.
Espressione artistica: la musica, l’arte, la scrittura creativa sono modi potenti per esternare emozioni e per costruire una comunità di persone che condividono la stessa passione per la protezione della Terra.
Informarsi in modo equilibrato: cercare fonti di informazione affidabili e bilanciate aiuta a prevenire l’effetto paralizzante delle notizie sensazionalistiche, permettendo di mantenere una visione realistica e costruttiva del futuro.

Il legame inscindibile tra psiche e ambiente
In un’epoca in cui la salute mentale sta assumendo un ruolo centrale nel discorso sociale, l’eco-ansia ci sfida a considerare il legame profondo tra la nostra psiche e l’ambiente circostante. Non si tratta solamente di curare la mente, ma di ritrovare un’armonia con il mondo in cui viviamo.
Come sottolinea il filosofo Glenn Albrecht: “Non è l’individuo ad essere malato. È l’ambiente a cui è legato. E prendersi cura dell’ambiente è, in fondo, un atto d’amore verso sé stessi.”
Questa prospettiva ci invita a non confondere l’esserci emotivamente con il mondo con l’accettazione passiva di eventi drammatici. La risposta all’eco-ansia non consiste nell’ignorare ciò che accade intorno a noi, ma nel sentire profondamente l’urgenza del cambiamento, elaborandolo e agendo con consapevolezza. Non dobbiamo nemmeno scegliere tra salute mentale e impegno ambientale: possiamo e dobbiamo costruire un benessere che tenga insieme entrambe le dimensioni.
Verso un futuro di consapevolezza e azione
L’eco-ansia, pur essendo una realtà difficile da affrontare, può diventare un motore di trasformazione personale e collettiva. Potrà essere l’occasione per riscoprire, non solo come individui, ma come comunità, il valore della responsabilità verso il nostro pianeta. Attraverso un approccio integrato che unisce mente, corpo e ambiente, possiamo creare una nuova narrativa di benessere, dove la cura della nostra salute mentale va di pari passo con la tutela dell’ambiente.
È un invito a tutti noi a passare dall’angoscia dell’oscuro futuro a una speranza che nasce dall’azione quotidiana e dalla consapevolezza del proprio ruolo nel grande disegno del pianeta.
Dott.ssa Lisa Di Giovanni
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