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Come raggiungere i propri obiettivi

Le motivazioni intrinseche ed estrinseche che stimolano le persone al raggiungimento dei propri obiettivi personali e di lavoro.



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La capacità che un individuo possiede nell'affrontare le sfide professionali e personali che gli si presentano durante tutto l’arco della propria esistenza, può affermare come il nesso tra personalità, sub-personalità, resilienza e problem solving coincida su “come” l’individuo sia.


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Questi strumenti, utilizzati in modo consapevole, riescono a condurre il soggetto verso la realizzazione dei propri obiettivi e di quelli aziendali. Per personalità, si intende l’insieme delle caratteristiche fisiche e mentali che costituiscono l’identità di un individuo come: l’aspetto, il modo di pensare e il modo di agire. Esse sono influenzate dall’ambiente, da fattori genetici e dalle esperienze vissute. L'insieme di tutti questi fattori determina l'unicità del soggetto.


Coloro che presentano come tratto della personalità quello dell’apertura verso l’esperienza, nei contesti lavorativi sviluppano una maggiore creatività, divenendo capaci di fornire nuove idee e visioni alternative.


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È opportuno specificare che, all’interno dello stesso individuo coesistono più parti della personalità definite sub-personalità. Esse possono interagire tra loro: 

  • attivandosi in base alle differenti situazioni;

  • attivandosi in base agli stimoli ricevuti dai vari contesti, influenzando il comportamento dell’individuo stesso.

Un responsabile delle risorse umane, capace di selezionare con cura la sub-personalità da utilizzare in base allo scenario in cui è immerso, mostra una spiccata capacità di leadership dimostrando di riuscire a gestire, in modo efficiente e consapevole,  il proprio team. Riesce a coglierne i punti di forza e debolezza di ciascun componente, ed è capace di gestire lo stress proprio ed altrui.

In effetti, limitarsi solo al concetto di personalità “unica” significherebbe affrontare quasi in modo superficiale e passivo le sfide, adattandosi all’ambiente circostante.


Come si affrontano le sfide della vita?

Non esiste una risposta univoca e giusta. L’approccio dipende non solo dalla propria personalità citata in precedenza, ma anche dall’ambiente, dalle esperienze, dalla percezione dell’idea e dell’amore che genitori, educatori, amici e colleghi dimostrano nei confronti del soggetto.


Il pensiero altrui, infatti, diventa determinante al punto di condizionare in maniera significativa le scelte dell’individuo.

Nel momento in cui l’individuo percepisce di essere amato in maniera incondizionata, riesce a scegliere secondo libero arbitrio, riuscendo così  ad ascoltare ed inseguire le proprie passioni e le proprie aspirazioni.


Al contrario, un individuo che avverte di essere amato in modo condizionato, spesso tende a reprimere la propria personalità, il proprio essere autentico al fine di soddisfare le aspettative altrui. La priorità per ogni essere umano è quella di essere accettato ed amato. Quando si plasma la propria personalità rispetto alla società, rispetto all’altro e all’amore che l’altro è capace di offrirci, ci si imbatte nel cosiddetto "Falso sé", costrutto creato da Donald Winnicott (pediatra e psicoanalista britannico), secondo cui il soggetto agisce esclusivamente per compiacere gli altri. L’individuo quindi, per raggiungere i propri obiettivi, e anche quelli legati al proprio lavoro, viene essenzialmente mosso da due tipi di motivazioni: intrinseche ed estrinseche.


Per "motivazione" si intende la spinta interna che induce il soggetto a compiere un’azione. Le motivazioni intrinseche provengono dall’interno e coincidono con il coraggio di dare voce alle proprie aspirazioni, ai propri sogni, alle proprie passioni. Esse vengono alimentate se si riceve amore dalla propria famiglia, amore incondizionato e dall'ambiente lavorativo e rappresentano così il prodotto dell’identificazione, della valorizzazione del dipendente, dei feedback costruttivi ricevuti, della comunicazione efficace con tutti i membri del team, della fiducia instaurata, della qualità del contesto lavorativo in cui vi è bilanciamento tra la vita lavorativa e quella privata.


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ll soggetto avverte di poter crescere, è stimolato dall’ambiente, prova piacere per l’attività che svolge ed è così coinvolto da dimenticare il senso dello spazio e del tempo e il senso della fatica, mantenendo il pieno controllo della situazione.

In psicologia, tale stato viene definito Flow Experience, ossia esperienza di flusso.


Al contrario, le motivazioni estrinseche sono essenzialmente correlate all’aspetto economico e quindi retributivo, e determinano un commitment (impegno) non affettivo.

Possono essere causa di un amore condizionato ricevuto da parte dei genitori.

Infatti, il soggetto si reca a scuola o a lavoro in modo passivo, provando indifferenza verso le attività che è chiamato a svolgere; si adegua alle aspettative degli altri e al senso del dovere, senza dare all’organizzazione un effettivo contributo personale. Tale soggetto non sarà capace di provare emozioni positive e soprattutto di sentirsi parte integrante del sistema.


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Nell’ambito lavorativo, lì dove c’è mancanza di motivazione, il soggetto rischia il licenziamento: sente il bisogno di scappare e quindi si dimette volontariamente oppure ne resta intrappolato e sviluppa, ad esempio, la sindrome di boreaut ossia prova apatia per le attività che svolge.

Se è intrinseca, la motivazione diventa uno strumento utile per superare i propri limiti. Se gli obiettivi da raggiungere sono chiari e definiti essa  viene supportata anche dalla stessa resilienza, soprattutto se l’ambiente in cui il soggetto è immerso è stimolante (non a caso lo stile di lavoro è mutato; si ricercano spazi di lavoro luminosi, interattivi, spazi di coworking, e spazi che possano stimolare la creatività).


Pertanto, la motivazione non solo conduce al raggiungimento degli obiettivi preposti nell’ambito aziendale, ma riesce a garantire il raggiungimento del successo dell’azienda, che sviluppa in questo modo la capacità di adattarsi al cambiamento del mercato, di accogliere l’innovazione, di migliorare il clima dell’organizzazione stessa  che diventa così più collaborativa.

In questo modo vi è una significativa  riduzione del turn over dei dipendenti e, de facto,  un sostanziale aumento della fedeltà da parte di questi ultimi nei confronti dell'azienda, dovuto anche allo sviluppo di una sensibilità che li porta ad  identificarsi con l’immagine aziendale.


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Durante la vita delle organizzazioni,  i soggetti coinvolti sono chiamati a fronteggiare tutta una serie di sfide come: problemi economici, tecnici e problemi di adeguamento alle normative vigenti, ecc..

Ed è proprio in questa fase che tutti  i nodi  vengono al pettine.

Nasce così l'esigenza di imparare ad individuare e a riconoscere, in maniera tempestiva, questa tipologia di problematiche. In questo caso il soggetto diventa una risorsa funzionale per l'azienda. L'abilità che sviluppa ed allena, in gergo viene chiamata problem solving


Questa abilità consiste nell’utilizzare tutta una serie di escamotage e strumenti idonei ad identificare, analizzare e risolvere qualsiasi tipologia di problema nel più breve tempo possibile. Nel momento in cui,  oltre alle vittorie si interiorizzano anche le sconfitte, e si riesce a cogliere gli aspetti positivi derivanti da situazioni avverse, allora si può dire che l’individuo ha sviluppato un’ulteriore capacità, quella della resilienza ossia la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.


Essa può essere definita una capacità di cui può disporre solo l’essere umano. Infatti, un oggetto può essere resistente, forte, duro ma non può interiorizzare un evento, non è in grado di riuscire a superare determinate difficoltà e uscire dalla situazione divenendo più consapevole, più forte, più determinato, mutando quindi anche la propria visione.

Le minacce e le sconfitte diventano  così spunti di riflessione e nuove opportunità da cui ripartire.

In conclusione, è necessario mettere in atto il VERO SÉ allontanando, nonostante tutto, quello Falso che spesso intrappola i dipendenti, ovvero le persone.



Dott.ssa Anna Schettino

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