In estate la parola d’ordine è vacanza. Tante sono le mete prese d’ assalto dai turisti in cerca di bellezze da vedere, sapori da gustare, feste da vivere al ritmo della spensieratezza e del relax dopo le fatiche di un anno.
Tanti i luoghi animati di festa in piccole e grandi piazze durante le serate estive. Piazze che si arricchiscono anche del sapore delle sagre in cui gruppi di persone volenterose si riuniscono per dare vita alla celebrazione di uno o più piatti tipici che raccontano le specialità autoctone orgoglio di un luogo.
Tante le persone che fanno onore alla tavola imbandita a festa nelle calde serate estive. Tavola imbandita che attraverso il cibo esalta la bellezza di un luogo, le sue tipicità e celebra la forza delle tradizioni. Tradizioni che rappresentano radici preziose per la nostra mente che nutrono la nostra identità e il senso di appartenenza.
Nelle sagre si proclama l’orgoglio di un popolo attraverso la celebrazione dei propri frutti, dei gusti, dei prodotti enogastronomici. Prodotti che esaltano la produttività, la conservazione e l’ esaltazione di un luogo e della gente che lo abita. Persone che, durante la sagra, manifestano il proprio orgoglio produttivo, mostrando la capacità di fare, di accogliere e di gioire.
Quante cose contenute in una sagra che veste a festa un luogo e le sue genti. Attraverso le sagre diamo vita al senso di appartenenza e alla valorizzazione delle nostre caratteristiche e peculiarità attraverso la condivisione che tanto giova alla salute della nostra mente.
La sagra richiama alla gioia conviviale di essere per condividere e per nutrirsi del sapore dell’orgoglio. Orgoglio di essere parte di una comunità che vestita a festa mostra la parte migliore di sé attraverso non solo una plateale forma espositiva ma anche attraverso una inconscia partecipazione emotiva che attraverso il gusto arriva alla percezione dell’intima essenza di un luogo e dei suoi abitanti.
Nell’organizzazione di una sagra gli abitanti di un luogo stanno insieme e insieme con orgoglio si donano e accolgono gli ospiti in festa. Essere festanti, festosi, festaioli, festivi aiuta ad immergersi nel clima del riposo dalle fatiche lavorative. La sagra permette di togliersi la cravatta e i tacchi ed indossare abiti comodi e conviviali con i quali vivere a pieno e in libertà il gusto di assaggiare nuovi sapori.
Sapori che sanno di storia, di tradizione, di cura e di orgoglio. Orgoglio che nutre la mente quando però non si trasforma in una chiusura narcisistica che non permette l’esplorazione della bellezza dell’altro, del diverso, del lontano. Orgoglio che diviene forza e carattere quando è coniugato dall’apertura, dallo scambio e dalla reciprocità.
Quanta sana e nutriente condivisione c’è nell’organizzazione di una sagra. Quanta sana e nutriente scoperta c’è nel vivere l’atmosfera di un luogo che festeggia le proprie tipicità culinarie. Tipicità culinarie che diventano simbolo di un convivio che, nell’era delle super tecnologie, diventa luogo prezioso che offre alla mente l’opportunità di vivere un momento di semplice e profonda “condivisione identitaria”.
“Condivisione identitaria” che sa di “sacrum”, che ha il sapore propiziatorio di un’offerta alle divinità per garantirsi un abbondante raccolto ma anche celebrazione del rispetto per la terra che abitiamo e per i suoi preziosi frutti di cui ci nutriamo.
Nutriamo il nostro corpo e la nostra mente di tradizione, di folklore, di identità condivisa per non dimenticare il sapore delle radici ma anche la bellezza di essere insieme agli altri per scoprire nuovi sapori.
Prof.ssa Maura Ianni
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