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L'energia del colore

Aggiornamento: 31 ago 2023


Ma ne capitano di tutti i colori…sono verde dalla rabbia…. ho passato una notte in bianco…

Da sempre il colore viene utilizzato per esprimere uno stato d’animo o un’emozione.

Con l’espressione anglosassone “I feel blue” si intende esprimere una sensazione di tristezza; studi scientifici hanno infatti dimostrato che le persone che soffrono di depressione percepiscono meglio il colore blu rispetto ad altri.

Ma cos’è il Colore?

Nell’immediato si potrebbe dire che il colore è energia, creatività, vita, ma per capire veramente il significato del colore bisogna sapere prima come funziona e poi cosa rappresenta.


Fisicamente potremmo definire il colore come la proprietà di un oggetto che esiste in quanto percepito dall’occhio umano. Quando la luce colpisce la retina, i coni che sono all’interno, ovvero recettori sensibili alla luce, si attivano e in base alla lunghezza d’onda captata rimandano il segnale al cervello che lo interpreta come colore.

La risposta al colore è immediata ed è prima di tutto fisiologica: nel caso del colore rosso, ad esempio, l’occhio deve adoperare un adattamento che fa aumentare la pressione arteriosa e quindi il battito cardiaco.

Ogni colore ha una specifica lunghezza d’onda; sono sette i colori che rappresentano lo spettro del visibile, ovvero quel piccolo intervallo di lunghezza d’onda, che va dal rosso al violetto, visibile all’occhio umano.


Il Colore è dunque la percezione visiva delle onde elettromagnetiche riflesse dai corpi; ma questa definizione, tuttavia, non può spiegare la complessità degli effetti del colore sull’essere umano.

"Il colore è un potere che influenza direttamente l'anima"

(Wassily Kandinsky)


In quanto onda elettromagnetica ha infatti la capacità di veicolare informazioni e di produrre emozioni. Esiste dunque anche una risposta psicologica che attribuisce ad ogni colore un significato particolare legato sia al contesto sociale, culturale che soggettivo del singolo.


Se l’aumento del battito cardiaco prodotto dalla visione del rosso viene associato al battito di cuore tra innamorati ecco che il rosso viene identificato, a livello psicologico, come il colore dell’amore e della passione; con l’espressione “bruciare di passione” si attiva anche una risposta sinestetica, ovvero la simultaneità percettiva di più sensi.


Pablo Picasso raccontava di dipingere i colori non come li vedeva ma come li pensava:

I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni


Secondo lo psichiatra e psicoanalista Carl Gustav Jung esisteva una vera e propria psicologia dei colori; associando 4 colori a quattro funzioni dominanti del comportamento umano, per esempio il blu - il colore del cielo e del mare - al pensiero, aveva riscontrato che il gusto personale verso determinati colori era legato alla funzione che caratterizzava il proprio tipo psicologico.


Mentre il fisico e matematico Newton indagava il colore da un punto di vista puramente scientifico, attraverso la scomposizione della luce nei sette colori dello spettro, il poeta e filosofo tedesco Goethe sosteneva che i colori fossero il frutto di una combinazione tra luce e oscurità, suddividendoli in primari, secondari ed intermedi; egli inoltre attribuiva a ciascuno una determinata emozione e caratteristica psicologica.

Cerchio dei colori di Goethe


"Il colore è un segno di vitalità e passione, che risveglia le emozioni più profonde dell'anima" (Johann Wolfang von Goethe)


A livello simbolico ogni colore assume un significato veicolando un messaggio.

Il blu era anticamente poco usato perché ricordava il colore degli occhi dei barbari; fu riportato in auge dagli artisti del ‘400 attraverso l’uso della polvere di lapislazzulo diventando il colore più prezioso simbolo di regalità, di pace e di profondità.


Il bianco è sinonimo di purezza, in quanto luminoso richiama la spiritualità, e rimanda all’innocenza. Cattura l’attenzione in alcuni contesti ma può anche risultare anonimo come in contesti abitativi dove può prevalere la freddezza e l’inospitalità. Richiama pulizia e igiene.


Il nero è un colore ambivalente che può trasmettere sicurezza ed eleganza, ma anche morte e oscurità. Può risultare un colore pesante se usato nei contesti sbagliati.


Il marrone è il colore della terra e delle radici e per questo trasmette stabilità, sicurezza e protezione. A livello sinestetico richiama il gusto e l’olfatto se associato ad alcuni cibi come cioccolato e caffè.


Il verde è il colore della natura, del rinnovamento e della speranza. Colore secondario che nasce dalla miscela di giallo e blu, a seconda della prevalenza dell’uno o dell’altro può assumere caratteristiche diverse, più solare e allegro o più cupo e rilassante.


Il viola è simbolo di mistero, spiritualità, di transizione. Come il verde, è un colore secondario generato dalla miscela di blu e rosso dei quali prende, a seconda della predominanza, le diverse caratteristiche.

Attribuendo a ciascun colore un aggettivo identificativo (color naming) si potrebbe creare una palette personalizzata; associando ad esempio il colore ad un tratto della personalità potremmo definire il rosso sfacciato, il nero ambivalente, l’arancione loquace….


Il colore diventa così una esperienza diretta in cui ciascun individuo attiva la propria risposta fisiologica ed emotiva, conscia e inconscia, legata al gusto e alla cultura del contesto in cui vive.


Frank H. Mahnke, progettista ambientale e consulente del colore, nonché Presidente di IACC International, la più antica Associazione di Color Consultants/Designers, istituita a Hilversum nel 1957, aveva declinato questa esperienza secondo una piramide, chiamata appunto la "Piramide dell’esperienza del colore", dove alla base c’è la reazione fisiologica allo stimolo cromatico, al vertice il rapporto personale con il colore, passando attraverso l’inconscio collettivo, la simbologia conscia, le associazioni di idee e le tendenze culturali e di gusto.

Conoscere l’effetto che questa esperienza produce a livello di emozione permette di utilizzare il colore come strumento potente di trasformazione.

Esistono diverse discipline che utilizzano il colore per creare benessere, per favorire la guarigione o migliorare la risposta terapeutica del paziente, per migliorare lo stile di vita, per influenzare emozioni e veicolare messaggi, per sentirsi più belli e in salute.


La cromoterapia, medicina alternativa già praticata dagli antichi egizi, si basava sul campo elettromagnetico dell’aura umana; la luce colorata, ispirata al potere terapeutico del sole e dell’arcobaleno, veniva utilizzata per riportare equilibrio e favorire il benessere e la guarigione del corpo e della mente. Ancora oggi la luce blu è usata per curare l’ittero neonatale, come la luce rossa per i reumatismi, o la luce viola per curare processi infiammatori e patologie nervose.


L’armocromia, la scienza che in base al colore dell’incarnato (pelle, occhi, capelli) definisce la palette cromatica ideale, porta benessere alla persona individuando quei colori “amici” che ci fanno apparire più belli e più sani.

Quante volte vi sarà capitato di volere indossare un colore che vi piaceva ma che di fatto non vi faceva sentire a vostro agio?

Oppure di stare in una stanza e avvertire un senso di disagio e malessere?

Questo perché il colore non solo produce benessere, ma può anche indurre stati d’animo negativi al limite del sopportabile.


Nell’ambito della progettazione ambientale, colori accesi e troppo saturi possono risultare iper-stimolanti e creare un senso di disagio e desiderio di fuga, al contrario ambienti monocromatici e ipo-stimolanti possono risultare deprimenti, inibendo qualunque risposta reattiva.


Conoscere la reazione fisiologica e la risposta emotiva che ciascun colore produce permette di utilizzarlo in modo consapevole creando contesti equilibrati e funzionali.

Nella progettazione cromatica degli ambienti di vita il colore diventa strumento per creare l’ambiente desiderato; per ogni funzione, che sia scuola, ufficio o luogo di cura, il colore giusto, se declinato per tonalità, intensità e luminosità, può migliorare la percezione dello spazio, l’ergonomia visiva e il livello di comfort in generale.


Negli ospedali si parla di umanizzazione: il colore giusto può attenuare l’aspetto istituzionale del luogo predisponendo il paziente a ricevere le cure migliorandone quindi la risposta terapeutica.

Negli uffici e luoghi di lavoro la giusta associazione di colori rende l’ambiente più produttivo e dinamico migliorando la resa del lavoratore.


Nelle scuole il colore varia a seconda dell’età dell’utenza, ma sempre finalizzato a stimolare l’attenzione dell’alunno per migliorarne il rendimento o favorirne il riposo, quando necessario.

Quasi mai il colore corretto è una scelta di gusto, piuttosto il risultato di una ricerca accurata che deve mettere in relazione lo spazio abitato con chi lo fruisce.

Qualche eccezione può essere fatta nel caso dei contesti domestici dove il colore assume un carattere più “personale”, in base al gusto e alle necessità di chi li abita; sarà compito del Consulente Cromatico conciliare il gusto del committente con la scelta migliore per quel particolare contesto.

Il Colore è dunque energia che vibra ad una propria frequenza – produrre benessere significa entrare in risonanza con la frequenza giusta.



Architetto Alessia Morgia


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