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Pickleball… mai sentito!
Già… stiamo parlando di uno sport targato USA in grande crescita anche in Italia, per via dell’approccio: “giochiamo vivendo un tempo per noi”.
Ma in che senso?
Ho chiesto lumi a Fulvio Matteoni - responsabile relazioni istituzionali Decathlon Italia e co-fondatore Side by Side, associazione volta a valorizzare l’unicità di ogni individuo - che sta supportando fortemente l’espansione di questo sport nel nostro Paese e che è fermamente convinto, che questa disciplina possa essere una nuova visione dello sport “sociale”.
La cosa che l’ha più colpito, oltre alla partecipazione alle partite di tutte le età (anche over 65) e generi, è stato il fatto che le persone considerino nel tempo della partita – oltre al tempo di gioco – un tempo di chiacchiera e conoscenza con gli avversari, ovvero un tempo per loro stessi/e.
Questo maniera “soft” di approcciarsi alla competizione raccontatami da Fulvio, mi è piaciuta molto, in quanto la trovo un “raggio di luce” per mettersi in pace con tante parti di noi stessi/e, e raggiungere un benessere maggiore.
Ricordiamoci cosa significhi la parola BENESSERE: benessere /be·nès·se·re/ sostantivo maschile. Stato armonico di salute, di forze fisiche e spirituali.
FORZE FISICHE E SPIRITUALI
Non tutti abbiamo un passato da atleta o il desiderio di esserlo; quante persone non amano competere per una questione forse legata alla sfida, al non accettare la sconfitta… al pensare di non essere mai all’altezza…
Beh, in questo sport, lo “spirito” dello stare bene insieme agli altri, è incluso nel match.
COME SI GIOCA A PICKLEBALL?
Il pickleball si gioca con una racchetta che ricorda un po’ un tagliere e con una palla leggera e bucherellata, che quindi non raggiunge mai grandi velocità: più che potenza, ci vogliono tecnica, posizione e tempismo; potrebbe essere definito come un incrocio tra tennis, ping pong e badminton.
In effetti, le persone che lo idearono partirono dal semplice fatto che avevano una rete da badminton ma non trovavano le racchette, e nemmeno il volano.
Il pickleball si gioca su campi grandi un terzo di quelli da tennis, in doppio ma anche uno-contro-uno. In genere si arriva fino al punteggio di 11, ma c’è chi arriva al 15 o al 21, e per vincere bisogna essere in vantaggio di due punti.
È previsto il cambio palla, così come era fino a qualche anno fa nella pallavolo, ed è possibile strutturare le partite in più set. Nei primi scambi, dopo ogni battuta si può colpire la palla solo dopo averla fatta rimbalzare nel proprio campo, dopodiché la si può prendere al volo, a patto però che i piedi di chi colpisce non siano nella cosiddetta kitchen, la cucina, cioè la parte di campo più vicina alla rete.
Il regolamento è molto simile a quello del tennis con delle naturali differenze. Si inizia servendo la palla dal basso, senza che rimbalzi sul campo. I punti vengono segnati da colpi vincenti o se la squadra commette un fallo. Si arriva ad un punteggio di 11 con uno scarto di due.
DERIVAZIONE DEL NOME E NASCITA DELLO SPORT
Ci sono diverse teorie al riguardo. Si dice che il nome è nato riferendosi al cane di Joel Pritchard (uno dei fondatori di questo sport), proprio perché il suo cane, Pickle, andava sempre a prendere la palla (Pickle’s ball).
Il pickleball è nato nel 1965 negli Stati Uniti, e precisamente nello Stato di Washington.
Fu sviluppato dai deputati statunitensi Joel Pritchard, Bill Bell, Jordan Steranka e Barney McCallum.
La loro intenzione nel creare il pickleball fu quella di progettare un nuovo sport che fosse divertente, impegnativo e che tutti potessero praticare.
Crearono le regole e iniziarono a giocare sul campo da badminton del cortile di Joel Pritchard con racchette di legno e una palla di plastica perforata.
Non c’è un momento preciso in cui il pickleball iniziò a uscire dalla sua nicchia, ma senza dubbio si è adattato alla pandemia meglio di molti altri sport perché richiede solo palline, racchette e una rete, e consente di fare una leggera attività fisica, con la possibilità di organizzare una partita improvvisata in un parcheggio o per strada.
Secondo la Sports & Fitness Industry Association i più assidui giocatori di pickleball continuano ad avere più di 65 anni, ma stanno crescendo anche i praticanti tra gli 8 e i 34 anni, cosa che ha abbassato l’età media di tutti i partecipanti, ora di poco sotto ai 40 anni.
Oltre agli over 50, 60 o 70 che ci giocano, perché permette di divertirsi senza stancarsi o sforzarsi troppo, e oltre ai ragazzi che lo scoprono in contesti scolastici in cui è proposto per la sua semplicità e immediatezza, il pickleball sta conquistando anche altri contesti.
Molto importante è che l’idea dei promotori del gioco, non è togliere praticanti ma far alzare dal divano quelli che non praticano.
Per cui uomini, donne, adolescenti, diversamente giovani…per trovare nuove maniere di muovere spirito, mente e corpo… insieme agli/alle altre, vi esorto a cercare nelle vostre città questo sport per tutti, per vedere se una palla tonda forata, più un tè alla pesca tra un game e l’altro, ci faccia pensare che esistono modalità differenti per muovere il corpo e lo spirito aprendosi all’incontro… e che giocare possa essere uno strumento di conoscenza in primis di noi stessi/e poi degli/delle altre.
Chiudo con una frase di Platone:
“Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco, che in un anno di conversazione.”
Dott.ssa Erika Morri
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