Il paradiso comincia da una saraghina
Sapete cos’è una saraghina, giusto? È un pesce azzurro tipico dell’Adriatico, ma cosa c’entra con il paradiso? Il paradiso è “il tema” di quest’anno della XXXII edizione del "Paganello Beach Ultimate Frisbee", noto torneo internazionale riminese che si gioca tutte le Pasque dal 1991 e che attira giocatrici e giocatori da tutto il mondo (ho visto anche squadre Hawaiiane!!) di cui spesso la RAI passa le immagini di Pasquetta.
(foto by Paganello)
Ma… il Paganello? Sì…sì, è un pesce pure lui ma lo sappiamo no, i romagnoli sono i re e le regine del turismo e quale migliore accoglienza per “far toccare il cielo con un dito” (paradiso) i centinaia di atleti stranieri di tutte le età … che una bella grigliata di pesce pulito rigorosamente a mano?!?
Va bene… capito il dove e il quando, ma manca un dettaglio: ma cos'è l’Ultimate Frisbee?
Ho voluto raccontare l’Ultimate che si gioca principalmente su erba, in versione spiaggia partendo dal “Paganello”, per dare il peso giusto allo spirito internazionale che da sempre lo anima; se andate al torneo, sembra di entrare nella Venezia del XV secolo o nel bar di Star Wars… per gli incroci di etnie, età, fisicità e generi che le sue caratteristiche permettono, ma la cosa che più colpisce è lo “spirito del gioco ed il fair play” che contraddistinguono questo sport!
L’Ultimate (noto anche come ultimate frisbee) è uno sport di squadra giocato con un disco del peso di 175g. Lo scopo del gioco è segnare punti passando il disco all'interno dell'area di meta avversaria. I giocatori non possono muoversi, se non sul proprio piede perno, mentre sono in possesso del disco.
Un mix tra Basket, Rugby e atletica, ma tecnicissimo e che permette anche a chi non ha un fisico super atletico… ma una “mano fatata”, di essere comunque un punto di forza della squadra.
L’Ultimate Frisbee è un vero gioco inclusivo, ma cominciamo dalla sua genesi per comprenderne il perché.
Storia del frisbee
La storia della nascita del disco affonda ormai nella leggenda, ma dopo diverse ricerche e numerose testimonianze questa che riporto sembra la versione più accreditata.
Warren Franscioni e Fred Morrison, entrambi ex-piloti della Army Air Corps nella Seconda Guerra Mondiale, crearono nel 1948 il primo prototipo di disco in plastica che chiamarono “Flyin-Saucer” (disco volante), sfruttando il nome che i giornali avevano utilizzato per un famoso caso dell’epoca di avvistamento di UFO.
A metà degli anni '50, gli studenti dei College della costa est degli USA, si lanciavano un vassoio metallico da torta, la “Frisbie Pie” della panetteria di William Russell Frisbie.
I ragazzi gridavano spesso “Frisbie!” per avvisare i passanti del pericolo volante e facevano un gioco chiamato “frisbie-ing”… e da qui deriva il nome del gioco odierno.
Da allora, l’Ultimate Frisbee si è diffuso in tutto il mondo, fino a convertirsi in uno sport realmente internazionale. Si gioca in più di 52 paesi sparsi nei cinque continenti (solo negli USA 6 milioni di giocatori ed un campionato professionistico) e possiede la propria federazione mondiale, la World Flying Disc Federation.
Questa disciplina sportiva approda in Italia negli anni '70 prima a Milano, a Rimini e poi a Bologna. Nel 1979 viene fondata la Federazione Italiana Flying Disc e nel 2015 lo sport viene ufficialmente riconosciuto dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale).
Il gioco
Il campo è un rettangolo di 100m × 37m con due aree di meta profonde 18m, libere, senza pali né porte. La superficie è l’erba (si gioca 7 contro 7) ma si può giocare anche su campi proporzionalmente più piccoli (in questo caso si gioca 5 contro 5), in sabbia ed in sintetico (beach e Indoor Ultimate).
(foto by Paganello)
La durata delle partite è di 80 minuti (salvo eventuali deroghe a seconda delle categorie e degli eventi).
È punto quando il componente di una squadra dell'attacco riceve un passaggio dentro l'area di meta avversaria ed è un gioco nel quale non c’è alcun contatto fisico, esclusa la contesa del disco aerea.
Principali caratteristiche del gioco
Per fare punto (si chiama meta come nel rugby) un giocatore deve ricevere il disco all'interno dell'area di meta avversaria.
Non si può correre con il disco in mano ed una volta ricevuto il disco e fermatisi, si hanno solo 10 secondi per rilanciarlo.
Ogni volta che il disco cade per terra, il disco passa all’avversario.
Ma l’ultimate ha alcune particolarità uniche:
Sport inclusivo misto. L’ultimate è uno sport misto, che affonda le sue radici nell’uguaglianza dei sessi. Infatti esiste una divisione “femminile” (Women), una “mista” (Mixed o Coed), ma invece di esserci una divisione “maschile” c’è la divisione aperta a tutti, la “Open”.
Nell’ultimo anno inoltre, la famiglia del disco volante si è ulteriormente aperta: per la prima volta il club BFD (Bologna Flying Disc) ha creato gli “ALL INCLUSIVE”, una squadra di atleti adulti con disabilità mentali, mentre è partita dall’Ospedale Niguarda di Milano, la bellissima avventura che, prendendo spunto da un progetto portoghese, ha dato il via ad un progetto di Ultimate Frisbee in carrozzina.
Auto-arbitraggio
Il regolamento non prevede un ruolo di arbitro ma sono i giocatori ad essere responsabili di sé stessi. Spetta ai giocatori chiamare violazioni e falli e insieme agli avversari risolvere le controversie. Non solo non esiste la figura dell’arbitro, ma addirittura non sono previste sanzioni, proprio perché non sono previsti i trasgressori. Per cui, per essere un giocatore di Ultimate non c’è altra scelta che la correttezza sportiva.
Il DISCO con lo “Spirito del gioco”
Il cardine del regolamento dell'ultimate è lo “Spirito del Gioco”, che delega la responsabilità del rispetto delle regole ai giocatori.
(foto by Paganello)
Ed a fianco della classifica sportiva, c’è addirittura una CLASSIFICA DELLO “SPIRITO DEL GIOCO”: ovvero alla fine di ogni partita i componenti di ogni squadra compilano un questionario su come si sia comportata la squadra avversaria in termini di fair play nei propri confronti.
Sperando di avervi incuriosito, vi lascio il link della Federazione italiana dove potrete approfondire questo bellissimo sport e magari, indipendentemente dall’età, cercare la squadra a voi più vicina!
Chiudo con una riflessione finale: lo sport non è solo performance, è la vera unione di corpo, mente ed anima, un ambiente sano dove ci si sperimenta, si vince, si perde… si soffre e gioisce insieme… si corre sulla terra, si nuota nell’acqua… e nell’ultimate, si salta spiccando il volo per prendere un disco… alieno o non.
“Prima di poter volare, l’anima deve fare un bagno di polvere, come gli uccelli.”
(Maura Del Serra)
Dott.ssa Erika Morri
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