Le parole gentili creano benessere
- Dott.ssa Rossella Serao
- 1 mag
- Tempo di lettura: 5 min
Quanto sono belle e quanto sanno fare bene le parole gentili. Cambiano l'umore di un'intera giornata di chi le riceve, si trasformano in un arcobaleno di sole e di speranza in un animo scoraggiato.

Alle soglie di un millennio che si profilano come intense, frenetiche, dove tutto sembra dover rendere alla perfezione, al continuo miglioramento, ai must have, ai trend che se ti mancano sembri non valere, in questa società talvolta effimera, sicuramente tecnologica, in questa corsa senza freni verso tutto il perfettibile, qualche errore umano sembra non essere concesso.
E le parole pesano come pugni, come macigni se il peso è quello dell'imperfezione.
Un mondo perfettibile dunque, che non perdona l'errore, ma che per sembrare perfetto utilizza i filtri, a danno e discapito di ogni autenticità, a danno e discapito del riuscire ad essere veritieri, se non sé stessi.
Le parole feriscono, offendono, limitano le personalità, la voglia e la possibilità di sentirsi uniti. Le parole discriminano. In tutto ciò, le parole gentili sono un dono sacro.
Ricevere questo dono sacro fa bene al cuore. Tutti avremmo bisogno di costanti parole gentili quotidiane, buone come il pane quotidiano, dotate della stessa capacità di donare pace e benessere emotivo. Un Benessere non solo quotidiano, ma anche collettivo.

Quanto Bene potrebbero fare le parole gentili alle relazioni umane?
Quanti mattoncini di rendere del Bene all'altro si riuscirebbero a sovrapporre costruendo nel contempo ponti di empatia, di amicizia.
Esse, le parole gentili, possono diventare vere e proprie chiavi per aprire porte invisibili: il cuore delle persone.
Parlare di pace, di amore, di perdono, di gratitudine, salutare con affetto o anche semplicemente per educazione, incoraggiare un amico, consolare un parente, far sorridere un ammalato o più semplicemente essere gentili con il prossimo ci instrada alla felicità.
Parlare con gentilezza può generare un benessere collettivo di straordinario valore: ed è così semplice.
Le parole hanno un potere straordinario, quello di influenzare profondamente il nostro stato emotivo e quello di chi incontriamo nel nostro percorso, anche se non si tratta di un compagno di vita e anche se si tratta di un percorso piuttosto breve.
Usare parole gentili anziché adoperare parole scontate, banali, o addirittura cattive, crudeli, dolorose, ci rende bella la vita, la alleggerisce con brio, anche in presenza di problematiche importanti.
Quando pronunciamo parole gentili, non solo miglioriamo l'umore di chi ci sta di fronte, ma sperimentiamo anche un beneficio personale. Si dice che atti di gentilezza, inclusi quelli verbali, stimolino la produzione dell'ormone della felicità, dunque genera una sensazione di calma e benessere sia in chi parla che in chi ascolta.

Un semplice "Grazie", "Ti voglio bene", "Stai bene?", "Sei rientrata?" o "Sei importante per me" può fare la differenza. Parole semplici che agiscono come un balsamo che accarezza l'anima.
La gentilezza andrebbe coltivata molto negli ambienti in cui mancano il rispetto e l'ascolto reciproco.
L'uso delle parole gentili instaura infatti un clima di parità e attenzione, dove ognuno si sente valorizzato. Pronunciando la gentilezza, si limita il linguaggio violento e discriminatorio, che troppo spesso alimenta la cultura della prevaricazione.
Le parole gentili sono così anche il fondamento di una società democratica e sostenibile.
La democrazia si nutre del dialogo, del confronto e del rispetto reciproco. Quando le persone comunicano con gentilezza, il dialogo si fa costruttivo e inclusivo, generando aperture a soluzioni condivise.
La gentilezza non ha solo un impatto individuale, ma genera un benessere collettivo. Quando il linguaggio positivo diventa una pratica quotidiana, le persone si sentono più sicure, accolte e rispettate. Se in casa si respira aria di serenità, le relazioni sono basate sulla fiducia e sulla collaborazione. Pensiamo, ad esempio, a quanto potrebbe cambiare il clima lavorativo se ogni collega adottasse parole gentili e costruttive. Il rispetto reciproco non solo aumenta la produttività, ma migliora anche il benessere psicologico di chi lavora.
Lo stesso principio si applica ai rapporti familiari oppure a scuola.

Scegliere la gentilezza significa resistere alla negatività e creare una cultura dell'empatia. Ogni parola gentile che pronunciamo è un seme nuovo, sempre fruttuoso per far crescere una società più felice. Perché il cambiamento inizia proprio da noi e dalle parole che scegliamo e usiamo ogni giorno.
Una parola gentile è una conca di conforto.
Come un canto senza fine, le parole gentili sono l'eco della speranza che attraversa i cuori, e il benessere emotivo individuale si espande in un benessere collettivo.
Questo amore, racchiuso nelle parole gentili, è ciò che tiene insieme il mondo.
Il Governo italiano ha adottato strategie innovative per contrastare la violenza di genere, e tra queste ci sono iniziative che promuovono l'uso di "parole gentili" come strumento di prevenzione e sensibilizzazione. Questo approccio mira a educare alla comunicazione rispettosa e a combattere stereotipi e linguaggi che possono alimentare discriminazioni o violenze.
La Terza Commissione Parlamentare contro il femminicidio e ogni forma di violenza, presieduta dall'Onorevole Martina Semenzato, ha lavorato su diverse iniziative per promuovere una cultura del rispetto e della gentilezza. Questo include campagne educative nelle scuole, programmi di formazione per operatori sociali e campagne di sensibilizzazione rivolte al pubblico.
Le parole gentili, delicate sulla pelle come seta, sanno accarezzare e rincuorare chi cammina nel silenzio della solitudine. Edificano ponti resistenti tra due cuori.
Un "grazie", un "per favore", un "mi dispiace" senza aspettative e senza chiedere nulla in cambio, sono il canto, l'elogio della vita. Ci ricordano nella loro semplicità che siamo fortunati e che abbiano vinto la nostra vita quando siamo nati. Pensiamo a che ristoro e gioia può procurare la gentilezza ad una persona anziana. Quant'è bello il tempo speso da un giovane ragazzo che si ferma a chiacchierare con un anziano. Praticare la gentilezza sia un'attitudine in ognuno di noi.
Una parola gentile può incoraggiare perché porta conforto e speranza in situazioni difficili. Quando qualcuno si sente insicuro, smarrito o vulnerabile, una parola dolce può diventare un faro che illumina la strada. Frasi come "Credo in te", "Ce la farai" o "Non sei solo" trasmettono fiducia e forza, facendo sentire la persona compresa e sostenuta.
A volte basta poco per infondere coraggio; un amico che ci dice "io sono con te" rende la nostra relazione più autentica; è un invito a credere in noi stessi, a vedere il lato positivo e a trovare energia per affrontare una paura.
Non è forse questo di cui tutti abbiamo un po' bisogno per sentirci bene e per stare meglio? Sapere che possiamo permetterci il lusso di non mostrarci sempre alla società come dei supereroi, ma come esseri umani anche nel lato delle nostre incertezze, delle nostre paure, delle nostre insicurezze? Non è meraviglioso forse sentire la bellezza della capacità umana di stare bene perché non si è soli e si è insieme agli altri?
La gentilezza genera Vita.
Dott.ssa Rossella Serao
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