Sinonimo di incapacità di occuparsi della propria funzionalità psichica in modo consapevole
Oggi più che mai, riflettere sul valore sociale-ambientale ed emotivo delle città nelle quali abitiamo è fondamentale per riflettere su quanto sia importante per la nostra salute psico-fisica la qualità della vita all’interno dei luoghi in cui abitiamo.
Una banale considerazione pone l’accento sul valore delle città, non solo come luoghi fisici ma anche, e soprattutto, poliedricità di funzioni e moltitudine di stimoli che sono parte integrante di noi e dai quali dipende la qualità della nostra vita.
Richiamare il concetto di città subito conduce la mente verso il ricordo della città natale, del luogo di residenza e di altri contesti ricchi di suoni, sapori, colori, emozioni.
Emozioni legate a quartieri, vie, piazze, giardini, sentieri come luoghi relazionali e simbolici che contribuiscono a formare il nostro carattere, luoghi che ci definiscono, che ci delimitano, che ci rappresentano, che ci educano.
Luoghi che hanno una “responsabilità” verso gli individui che li abitano, responsabilità che è nella mente e nelle mani di chi le ha abitate e che le ha “preparate” per accogliere e chi le abiterà ma anche di chi le governa e le gestisce.
RESPONSABILITÀ richiama al concetto di CITTÀ e sempre più dovrebbe far rima con DIGNITÀ. Dignità che rappresenta il diritto che ogni essere umano ha di abitare luoghi degni, puliti, ordinati, belli, rispettosi e salutari.
Salute non è solo assenza di malattia, come ci ricorda l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma è quella condizione fisica, psicologica e sociale di benessere che dipende anche dalla qualità dei luoghi in cui abitiamo, in cui lavoriamo, passeggiamo, giochiamo e ci relazioniamo agli altri.
Rispetto dei luoghi è rispetto di chi vi abita, è rispetto della vita, è rispetto dell’equilibro esistenziale tra l’uomo e gli altri abitanti del pianeta terra, è rispetto della natura.
Non abbiamo più tempo da perdere per prendere coscienza che le città sporche, degradate, abbandonate che frequentiamo ogni giorno lasciano tracce culturali, emotive, sociali nelle menti di chi le abita e, in modo particolare, di chi al loro interno si sta formando.
Porre al centro i luoghi in cui abitiamo vuol dire porre al centro l’Educazione alla pace, al rispetto, alla reciprocità e allo scambio. Porre al centro le città, i paesi, i centri urbani vuol dire porre al centro la consapevolezza che il CONTESTO in cui si abita INFLUISCE SULL’ELABORAZIONE DEL PENSIERO.
“È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”. (Antoine de Saint-Exupery)
La nostra rosa è il luogo in cui abitiamo, che non è estraneo a noi ma che fa parte di noi, è il nostro riflesso, è lo specchio nel quale riflettiamo la nostra immagine, il nostro essere. Luoghi che ci rappresentano, ci definiscono, ci raccontano.
Quando lascio per strada una cartaccia o una cicca di sigaretta, quando abbandono senza ritegno i miei rifiuti, quando imbratto un muro o rompo una panchina lascio una mia traccia indelebile, lascio me.
Quanta inconsapevole incapacità di discernimento.
Quanto “disagio mentale” si esprime nell’atto di abbandonare le proprie “scorie” senza dubbio e senza vergogna. Quanta rabbia, aggressività e distruttività si esprime nell’atto del degrado.
Chi abbandona la propria spazzatura in modo inadeguato e inopportuno, chi agisce contro la cosa pubblica esprime chiaramente l’incapacità di occuparsi della propria funzionalità psichica in modo consapevole.
“La nuova consapevolezza maturata in noi di essere parte costitutiva dell’ecosistema e di partecipare in prima persona, vittime e carnefici, alla sua distruzione, ci suggerisce che inquinare l’ambiente significa avvelenare noi stessi. Che quando i pesci muoiono nei fiumi, quel veleno che li ha uccisi giungerà ben presto nella caraffa d’acqua cosiddetta potabile sulla nostra tavola. Che quando vendiamo per 30 denari una foresta, abbiamo venduto, con gli alberi abbattuti, parte della nostra eredità d’ossigeno, che con l’ape uccisa oggi dalle molecole di sintesi muore la speranza nei fiori del futuro”.
(Giorgio Celli)
Ciascuno di noi è chiamato, oggi più che mai, a garantire la propria e l’altrui sopravvivenza e, come ci suggerisce il professore Alfredo Morrone nel suo libro “Il diritto nelle città e nei centri storici”, dobbiamo dare valore al DIRITTO ALLA CITTÀ, un diritto che sancisce il valore vitale che ha la qualità dei luoghi in cui abitiamo e da cui dipende il nostro benessere.
Da psicoanalista e da docente universitario sottolineo che la nostra salute mentale può essere garantita solo da un progetto che miri alla valorizzazione, conservazione, assicurazione e fruizione consapevole di salvaguardia della dignità umana non solo nei centri storici belli, conservati, pubblicizzati e frequentati ma soprattutto nelle periferie che si fanno “centro”.
Prof.ssa Maura Ianni
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