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Osteopatia dolce

Tecniche leggere per promuovere l'autoguarigione



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I motivi più comuni per i quali, almeno una volta nella vita ci si rivolge all’osteopata, riguardano i dolori e gli strappi muscolari come: mal di schiena, lombalgia, sciatica, cervicalgia e torcicollo.

L’osteopatia è efficace anche per i dolori o problematiche che non riguardano nello specifico muscoli o ossa come: mal di testa (cefalea, emicrania, vertigini, rinite, sinusite, otite), problemi intestinali (stipsi, gonfiore, costipazione, colon irritabile, ernia iatale con reflusso gastro-esofageo), ansia, disturbi del sonno, problemi correlati alla gravidanza e al post-parto, infezioni urinarie recidivanti e dismenorrea


Quando si pensa a un osteopata si è soliti collegarlo a quello specialista che fa “scrocchiare” le ossa.

Riguardo a queste tecniche, ad amplificare la paura di alcuni pazienti, concorrono dei video che girano sui social network e che mostrano trattamenti osteopatici che fanno uso di stimolazioni meccaniche propedeutiche all’attivazione di meccanismi nervosi fisiologici.

Per sgombrare il campo da qualsiasi incertezza o paura, è utile fare un po’ di chiarezza.


Premesso che lo scopo dei video di cui accennavo poc’anzi,  è quello di fare qualcosa che attiri l’attenzione, ossia il cosiddetto “THRUST”. 

Il Thrust, nell’ambito del trattamento osteopatico strutturale, è una tecnica molto caratteristica che, se eseguita correttamente, può portare a importanti vantaggi nella gestione della salute della persona e i cui elementi fondamentali per l’esecuzione efficace sono: la precisione del movimento, adeguata forza applicata e localizzazione e specificità. 


Va specificato che il “Thrust” è comunque parte integrante di un trattamento, e non sempre necessario, anzi; io ritengo che se ne faccia un largo uso, forse anche troppo! 

Non dobbiamo dimenticare che il nostro corpo è il nostro diario di vita, dove ogni emozione e ogni esperienza viene scritta, stampata nei nostri tessuti e nei nostri organi. Non a caso si dice che nella nostra pancia risiede il nostro “secondo cervello”. 

Un osteopata sa come leggere il nostro diario e procedere ad un approccio di ricerca appropriato.

Ma allora è possibile una osteopatia dolce? 

Si! Esiste un’osteopatia definita “dolce” che si concentra su approcci più delicati e rispettosi delle capacità fisiche del paziente. Una osteopatia dolce è possibile utilizzando tecniche manuali leggere, mirate a promuovere il benessere e l’autoguarigione, senza forzare il corpo. Queste tecniche sono particolarmente indicate per persone con un’importante sensibilità, oppure consigliate per persone che si trovano in condizioni croniche o in fase di recupero, poiché stimolano le funzioni corporee in modo armonioso e non invasivo.


Le tecniche più delicate e leggere, ma molto efficaci, che possiamo utilizzare all’interno di un trattamento, sono le tecniche mio fasciali, viscerali e cranio sacrali.

Le tecniche mio fasciali sono quelle che mirano a ridurre la tensione nei tessuti molli, come muscoli e fasce. Quelle viscerali sono invece specifiche per migliorare la funzionalità degli organi interni. 


Queste tecniche vengono utilizzate con movimenti leggeri e delicati al fine di raggiungere un buon livello di comunicazione tra tutte le strutture del nostro corpo affinché possano rispondere in modo positivo.


Potremmo concludere specificando che in realtà esiste una sola osteopatia, dove al suo interno ha diversi modi di approcciare un paziente, rispettando sempre le sue possibilità. Ben diverso sarà fare un trattamento su un neonato o un atleta, così come sarà diverso fare un trattamento su un paziente che si trova in una fase acuta o in fase cronica del dolore.

Sicuramente sarà diverso anche l’approccio osteopatico tra una persona anziana e una giovane.


L’importante è che tutte le tecniche utilizzate dall’operatore portino giovamento e benessere a 360 gradi.



Prof.ssa Rossana Checchi

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