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Orienteering

Lo sport pensante



L’Orienteering è uno sport che premia chi riesce a esplorare con sicurezza un territorio sconosciuto… e l’ho scelto per lanciare una riflessione tra mente, corpo e anima:

ma tu, sai perderti e ritrovarti nei tuoi territori interiori?


Il focus di questa rubrica è quello di far emergere ulteriormente quanto corpo e mente siano connessi e quanto il corpo sia importante, per supportare i nostri stati emotivi. Quindi… Cominciamo ad orientarci nei territori fuori da noi… e poi sono certa che il passaggio per ritrovarsi dal corpo alla mente e all’anima sarà più facile!


LA STORIA

La corsa di orientamento o Orienteering, è una disciplina sportiva nata all'inizio del XX secolo nei paesi scandinavi.

In realtà le vere origini dell'orientamento risalgono verso la fine del XIX secolo (31 ottobre 1897), quando in Norvegia, vicino a Bergen, fu organizzata una prova di sci orientamento. Negli anni venti si segna un rapido incremento di partecipazione per questa nuova disciplina sportiva.


In Italia l'orientamento vede un primo sostegno dai gruppi sportivi militari che, negli anni '50, cartografano la zona di Monticolo (in provincia di Bolzano, sono famosi i Laghi di Monticolo).

Oggi è una disciplina molto praticata nelle scuole.

LO SPORT

L’Orienteering ha come obiettivo il completare – nel minor tempo possibile – un percorso definito dal passaggio obbligato presso alcuni punti di controllo, con il solo utilizzo di una bussola e di una cartina topografica disegnata appositamente per questo sport.


Un percorso classico consiste in una partenza, una serie di punti di controllo da visitare nell’ordine indicato e un arrivo.

Le gare di si svolgono principalmente in ambiente naturale ma può essere praticato con uguale divertimento anche nei parchi o nei centri storci delle città.

È quindi uno sport adatto a tutti: all’atleta, per raggiungere un risultato agonistico, all’amatore e alle famiglie, per divertirsi in compagnia e trascorrere una giornata all’aria aperta.


I percorsi sono differenziati tra amatori e agonisti e – per questi ultimi – in funzione dell’età e del sesso con categorie che vanno dai 10 fino ai 90 anni!!

Il percorso da un punto di controllo all’altro è libero. Ogni atleta deve scegliere l’itinerario che ritiene più veloce a secondo delle sue capacità tecniche e atletiche, aiutandosi con la bussola e con le informazioni riportate sulla cartina.

La gara è individuale, con partenze scaglionate, e inizia con la consegna di un cartellino testimone di gara e di una cartina sulla quale sono riportati i punti di controllo da raggiungere nell’ordine indicato. In corrispondenza di ogni punto di controllo il/la concorrente troverà un prisma triangolare di stoffa bianco e arancione chiamato in gergo “LANTERNA” e un punzone, che gli servirà per registrare il proprio passaggio sul testimone di gara.

Per registrare il proprio passaggio l’atleta deve punzonare il cartellino testimone oppure inserire il chip elettronico nell’apposita stazione.

Vince il partecipante che trova tutti i punti di controllo nell’esatto ordine e che ci ha impiegato il minor tempo.


La caratteristica peculiare di questo sport è che combina in perfetta armonia la prestazione fisica con quella mentale: sono infatti necessarie ottime doti di concentrazione, capacità di interpretazione della carta e del territorio, strategia e abilità di pianificazione per raggiungere il punto di controllo nel modo più veloce possibile rispetto alle proprie capacità fisiche.


L'EQUIPAGGIAMENTO

Per praticare al meglio l'Orienteering, gli strumenti indispensabili sono la bussola e la mappa. L'abbigliamento invece è a scelta: è possibile indossare una tuta comoda, scarpe sportive o comunque comode scarpe con suola antiscivolo, dato che ci si muove per lo più nel sottobosco o in “fuoristrada”.

LE CATEGORIE

Nell'Orienteering sono riconosciute dalla IOF (Federazione Internazionale di Orienteering) diverse discipline:

Corsa orientamento (Foot-O)

Sci orientamento (Ski-O)

Mountain bike orientamento (Mtb-O)

Orientamento di precisione (Trail-O)


A queste si aggiungono delle specialità non ufficiali più curiose:

Canoe-O - Orientamento in canoa praticato negli Stati Uniti presso i delta dei fiumi.

Horse-O - Orientamento a cavallo praticato più raramente.

Car-O - Orientamento in automobile.


Lo spirito della gara chiede ai concorrenti sia la velocità di spostamento verso la successiva lanterna, sia la capacità di orientarsi in zone di non facile lettura; per riuscire bene sono quindi necessarie sia doti atletiche di velocità e di tenuta, sia capacità di interpretazione della mappa a disposizione e degli ambienti nei quali ci si viene a trovare, sia padronanza psicologica delle situazioni.


Per la varietà delle prestazioni richieste e delle relative preparazioni e per lo stimolo alla comprensione degli ambienti nei quali il partecipante viene immerso, la corsa e gli altri sport di orientamento vengono considerati altamente educativi.


ORIENTEERING E BENESSERE

Ora che abbiamo tutte le informazioni tecniche… focalizziamoci su come questo sport sia utile per il nostro benessere psico-fisico, ovvero su quali siano i 10 benefici per la salute con l’Orienteering:

C’è un equilibrio tra il fisico e la mente: l’allenamento per gli 'orientisti' è trovare quell’equilibrio tra lo sforzo fisico e mentale, sapere quanto velocemente possono correre ed essere ancora in grado di interpretare il terreno intorno a loro ed eseguire la loro scelta di percorso con successo.


Aumento dei livelli di forma fisica: il terreno aperto dove l’Orienteering si pratica è piuttosto collinoso e vario, e fornisce l’ambiente perfetto per atleti e non per sviluppare cuore, gambe e polmoni forti.


Aumento della capacità cardiovascolare: l’Orienteering richiede di camminare, fare jogging e fare trekking, di cui conosciamo già gli effetti benefici sulla salute. Tutte e tre queste attività aumentano la capacità aerobica e la forza cardiovascolare.


Insegna l’indipendenza: dal momento che la maggior parte dell’Orienteering è individuale, i praticanti di questa disciplina imparano ad essere indipendenti; anche nelle versioni di squadra, i partecipanti, di solito, si esercitano individualmente per essere i migliori compagni di squadra.


Affina le capacità decisionali: offre l’ovvio sviluppo delle capacità della navigazione, mentre la risoluzione dei problemi consente di individuare ciascun punto di controllo del percorso. Il processo decisionale è fondamentale: devo andare a destra o a sinistra? Dovrei arrampicarmi su quella collina o fare il giro più lungo? Queste decisioni, che sorgono costantemente, richiedono di pensare, più che a istinti rapidi; ecco perché l’Orienteering è chiamato lo sport pensante.


Insegna a pensare e ad agire sotto pressione: le decisioni vengono prese costantemente sotto lo stress della competizione aumentando così la fatica, aiutando i concorrenti a diventare mentalmente più duri in altre situazioni stressanti della la loro vita quotidiana.


Aumento del tempo in comunione con la natura: non c’è niente di più rilassante e centrale dell’essere a contatto con la natura. Conosciamo i benefici per la salute del relax in natura: l’esercizio all’aperto fa bene ai livelli di vitamina D nel corpo e fa respirare aria fresca e pulita!


Può essere un salvavita: questo sport insegna l’autosufficienza e la scoperta del terreno al punto da poter salvare vite. Gli 'orientisti' acquisiscono le abilità e le tecniche per trasferirsi ed arrivare a destinazione, qualunque cosa accada.


Diventare parte di una comunità: è un ottimo modo per socializzare durante la competizione. Sebbene sia uno sport solitario, c’è un senso di cameratismo tra i concorrenti sia prima che dopo un incontro.


Aumento dell’autostima: ci vuole coraggio, resistenza e forza d’animo e mentale per andare avanti da soli attraverso aree sconosciute, in particolare in terreni sconosciuti e foreste.

Ogni volta che ci si perde e si fa strada, cresce la nostra consapevolezza “di farcela” e di conseguenza l’autostima.

Bene, direi che ci sono tutti gli “ingredienti” per un cocktail di benessere a 360° ed una riflessione in più su quanto lo sport faccia bene anche all’anima e alla mente… per cui perdiamoci e ritroviamoci, “orientiamoci” con la nostra bussola interiore a caccia di lanterne che ci facciano luce sui bivi inaspettati di questa vita… per “punzonare” la strada che la nostra esistenza ci riserva.

Pronti ad attraversare boschi emotivi e città piene di angoli “da smussare”?

Allora Via per il nostro Orienteering interiore!


Credo nelle persone che si sono perse almeno una volta, ed in quelle che hanno dovuto cercarsi, e poi si sono ritrovate.

(Riccardo Bertoldi)


Dott.ssa Erika Morri



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