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Tu chiamale se vuoi...Emozioni



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Quante volte ci capita che mentre ci laviamo i denti la sera, stiamo già programmando il da fare del giorno dopo? Oppure mentre siamo in palestra ci troviamo a pensare a cosa preparare per cena o di inviare una mail di lavoro appena arriviamo a casa?

E così, i giorni si susseguono come se corressimo senza sosta. Siamo presi dal turbinio del “fare” senza porre attenzione a ciò che viviamo, che proviamo, di COME STIAMO, quale EMOZIONE stiamo vivendo per un determinato avvenimento o che stiamo provando adesso, mentre stiamo leggendo questo articolo, ad esempio. 


Che cosa sono le emozioni?

Sono esperienze emotive e spesso vengono confuse con gli stati d’animo. Sono risposte innate, nascono cioè con noi e coinvolgono sia il corpo che la mente.


Perché è importante riconoscere le proprie emozioni?

Saper riconoscere le nostre emozioni è importante perché ci rende consapevoli di ciò che stiamo provando e vivendo. Il sapere che stiamo provando una determinata sensazione emotiva ci aiuta a conoscerci meglio e ad entrare in empatia con quella parte di noi che spesso sta da sola.


E se iniziassimo a fare amicizia con questa nostra parte?

Magari le emozioni che proviamo non fanno così paura! 

Alcune volte mi capita di chiedere a un mio paziente cosa ha provato in quel determinato contesto e spesso la risposta che sento è: “non glielo saprei dire! Non so definire che tipo di emozione sia stata!” 


Ma com’è possibile? Le emozioni come detto sono innate. Le conosciamo da sempre e quindi, come mai adesso non le sappiamo più distinguere?

Perché spesso, inconsciamente, siamo talmente spaventati da ciò che possiamo provare in quel determinato momento che tendiamo a svalutarne l’importanza. 


Quali sono le emozioni?

Le emozioni che conosciamo sono 5:

tristezza

paura

disgusto

rabbia

gioia. 


LA TRISTEZZA è un’emozione che tendenzialmente viene considerata negativa. Per cultura siamo portati a credere che la tristezza sia un qualcosa che è meglio non mostrare agli altri per non sembrare deboli, fragili, noiosi, insicuri… Ma in realtà la tristezza è un’emozione di enorme valore che ci aiuta a riflettere sul come stiamo e se la sappiamo accogliere ci aiuta a comprendere, in modo maturo e consapevole, gli eventi della nostra vita riuscendo anche a dare un senso a ciò che ci è accaduto.


LA PAURA ci mette in guardia dai pericoli che incontriamo ma potrebbe diventare un problema quando viene vissuta con ansia. Spesso, quando si ha paura, la reazione spontanea che abbiamo è quella di fuggire o evitare la situazione temuta. Ma non si può evitare o fuggire per sempre, anche perché dopo un po', questo ci creerebbe ansia e stress attivando un circolo vizioso dal quale sarà difficile uscirne senza l’aiuto di uno psicologo.


Anche in questo caso è importante sapere accogliere la paura e capire cosa veramente ci spaventa; pensandoci attivamente senza evitarla mettendola sotto il tappeto. Spesso accade che una volta messo a fuoco ciò che stiamo evitando, ci spaventeremo sempre meno rendendoci capaci di riuscire a padroneggiare anche questa emozione.

IL DISGUSTO è una reazione automatica e inconscia che attivandosi ci protegge da potenziali situazioni nocive per la salute o sgradevoli alla nostra vista o tatto. Proviamo disgusto quando mangiamo qualcosa di avariato, acido, amaro e grazie a questa emozione il nostro organismo evita gravi conseguenze di intossicazioni da alimenti, sostanze o liquidi.


Vi sarà successo che aprendo il frigo avete trovato un’arancia ammuffita. Avete fatto caso al modo come l’avete guardata? All’espressione della vostra faccia?

Sicuramente era DISGUSTATA!

E poi l’avrete presa dal frigo per buttarla. Non vi è passato minimamente per la mente di provarla a mangiare.


E perché? Perché la vostra emozione ha deciso per voi e così l’avete buttata un po' nauseati. Quindi il disgusto è una emozione adattiva che ci evita di vivere situazioni di rischio per la nostra salute. Non diamo per scontata questa emozione. Al momento in cui ci capita una situazione dove riconosciamo di aver provato disgusto, accogliamola e riflettiamo a cosa ci rimanda questa esperienza, del perché, e di quanto dobbiamo essere grati alle nostre emozioni che in alcuni casi ci salvano la vita! 


LA RABBIA ha una funzione adattiva. Come le altre emozioni pure questa è innata e si attiva, nel momento in cui ci si sente “attaccati”, come meccanismo di difesa. Notiamo come la nostra postura si modifica nel momento in cui ci arrabbiamo. Il nostro corpo diventa più rigido, aumenta sia il battito cardiaco che la sudorazione, tutta la muscolatura si contrae.


Conoscere la rabbia è fondamentale: essendo consapevoli ci permette di padroneggiarla al meglio. Questa emozione se non governata bene può diventare fonte di sofferenza e ledere le relazioni sociali. Per questo è necessario accoglierla, capirne il vero significato e tutto ciò che questa emozione ci vuole trasmettere.


Entrare in confidenza con la rabbia significa dialogare con essa, renderla più funzionale e di conseguenza più gestibile. La rabbia invia al nostro corpo dei segnali ben precisi che dobbiamo imparare a conoscere senza farci prendere dalla paura. Noi siamo anche questo! Possiamo però essere più padroni di noi stessi. Concentrati sulle soluzioni e no sul problema.


Già dalla scuola primaria, grazie alla matematica, ci hanno insegnato a svolgere i problemi, ma non solo per sapere “quante mele restano a Peppino” ma ci hanno insegnato un valore ben più grande, un enorme concetto di vita e cioè che ad ogni problema c’è sempre una soluzione. E allora non stare a rimuginare su ciò che è accaduto ma usa le tue risorse per trovare le soluzioni possibili per risolverla. Ti potrebbe aiutare fare degli esercizi di meditazione o di respirazione per ritrovare la giusta dimensione e lucidità e per vedere in un’altra prospettiva ciò che ti attanaglia.

LA GIOIA è l’unica emozione positiva che proviamo rispetto alle altre quattro.

Lo stato d’animo che ci produce questa emozione è molto gratificante e ci fa stare bene sia psicologicamente che fisicamente. La gioia si manifesta con il sorriso, con una postura morbida e rilassata. La gioia genera piacere e permette di vedere le cose in un’altra prospettiva.


Questa emozione primaria si può manifestare grazie a delle soddisfazioni sul lavoro, a una buona rete sociale e amicale, a dalle gratificazioni in ambito familiare ma anche su ciò che siamo, su quello che viviamo. Capita di passare delle giornate no, ma invece di essere disfattisti e severi con noi stessi, a fine serata, impariamo a sforzarci per trovare almeno una cosa positiva in questa lunga giornata nera.


Ho scritto SFORZARCI perché è più facile per noi vedere nero e basta, che costringerci a ripercorrere la giornata e accorgerci che quel cagnolino che, ad esempio, in pausa pranzo, è venuto da noi in attesa di una carezza, in fondo ci ha fatto piacere.

Con questo intendo sottolineare che la gioia va “coltivata”, e per fare ciò dobbiamo imparare a porre attenzione anche nelle piccole cose che ci succedono, perché spesso tendiamo ad avere sempre il pilota automatico inserito che ci oscura quel raggio di sole che in una giornata nera potrebbe dissipare quelle brutte nuvole.


E adesso chiedo proprio a te che stai leggendo. Chiudi gli occhi. Respira.  

Lascia cadere per qualche minuto il “pilota automatico” e pensa: quale emozione stai provando?  



Dott.ssa Diana Resuttana

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