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Energia vitale & Shiatsu
Chiunque pratica o abbia praticato arti marziali orinetali, avrà sicuramente sentito parlare del “KI” termine sempre presente in quelle pratiche giapponesi che fanno riferimento all’energia vitale ed a tutto ciò ad essa collegato.
Il KI lo ritroviamo anche in ambito delle antiche discipline cinesi, ma in questo caso è chiamato “QI” mentre in coreano “GI”.
Esso ha un corpo ed è un “corpo di energia” strettamente connesso a tutto il resto del corpo vivente e rappresenta una vera e propria rete di canali in cui circola. Il KI ha un grande potere che purtroppo il popolo occidentale ignora per cui non viene compresa la sua importanza.
Quante volte abbiamo sentito parlare di storie in cui alcune persone, trovandosi in particolari situazioni, hanno compiuto gesta “incredibili” come quelle di riuscire a sollevare una macchina per salvare un proprio caro.
Pensate a l’incubo nel vedere il proprio bambino sotto un’automobile!
Una tale situazione crea un emozione così intensa e potente, azionata dalla volontà di salvarlo, che entra in funzione molto rapidamente quel processo in grado di far sprigionare quella forza, che ha origine dall’energia vitale, necessaria per sollevare quell’auto o quel peso enorme che schiaccia il corpo della vittima.
Questa forza si spiega anche in molte gesta famose rappresentate da alcuni Karateka quando - per esempio - riescono a frantumare, con un colpo sferrato con il taglio della mano, pile di mattoni o tavolette di legno.
Senza una mera conoscenza del ”KI” e del suo utilizzo, che necessita di molti anni d'allenamento, si potrebbero provocare danni fisici irrimediabili. Infatti bisogna prendere le distanze da quelle prove folcloristiche di Karateka che rompono tavolette di legno talmente fragili che chiunque riuscirebbe a rompere!
A fare riferimento all’energia vitale, ci furono anche personaggi quali Aristotele, Talete, Pitagora, Ippocrate - per citare alcuni personaggi dell’antica Grecia - ma anche un famoso medico tedesco dei tempi più moderni come Anton Mesmer (1736-1815) che credette ad una compenetrante forza vitale che chiamò “magnetismo animale”.
Questa forza, secondo il medico, compenetra tutta la materia, agisce anche a distanza, può essere accumulata e trasportata ed ha il potere di guarire malattie nervose.
Poi voglio ricordare il medico Samuel Hahnemann (1755-1863) che sviluppò l’omeopatia.
La salute secondo Hannemann si basa sul libero movimento della forza vitale. Questi hanno esposto il concetto di “energia vitale” rendendolo non come concetto filosofico, ma come un fatto reale dimostrabile ed accettato in parte dalla scienza ufficiale.
Questa premessa per cercare di far comprendere quanto sia importante questa “energia” e quale sia la funzione che alcune discipline come lo “Shiatsu” svolgono nei confronti di detto KI (energia).
Lo Shiatsu è un metodo di digitopressione giapponese (in lingua giapponese Shi=dito e Atsu= pressione ) ovvero una tecnica manuale basata principalmente sulle pressioni portate con i pollici, le mani, i gomiti in un certo preciso modo e secondo caratteristiche che necessitano di uno studio approfondito, dove vanno rispettate appunto tecniche e modalità.
La tecnica si rifà all’antica medicina tradizionale cinese ed alla relazione esistente tra YIN e YANG e le sue leggi che sono rappresentate nel disegno del Taiji.
Il suo simbolo vede lo spazio diviso in due colori opposti. Lo Yin è nero lo Yang è bianco; essi sono opposti e complementari, si respingono e si attraggono. La linea che divide il cerchio non è retta perché rappresentare un rapporto dinamico in cui i due elementi sono in uno stretto rapporto di relazione inversa: più cresce lo Yin tanto diminuisce lo Yang e viceversa, ma la quantità di Yin e Yang resta la stessa.
Gli sbilanciamenti che si creano fra yin e yang sono il fondamento dello Shiatsu. Esso ha lo scopo di ripristinare, il più possibile, lo squilibrio e gli sbilanciamenti che possono creare l'eccesso di yin, l'eccesso di yang, la scarsa presenza di ying o yang, che sono la causa principale di molti disturbi e/o malattie.
Lo sbilanciamento riguarda proprio l’energia vitale presente nell’organismo di cui parlavamo all’inizio.
In condizioni di normalità questa energia, che fluisce regolarmente in un certo equilibrio, può subire traumi fisici o emotivi e tensioni, proprio a causa di diversi fattori come lo stress o il clima.
Tutti questi fattori possono influire negativamente sull’organismo e quindi sulla circolazione del KI, determinando uno squilibrio che causa carenza di energia (KI) di tipo yin o yang o eccesso dell’uno o dell’altro.
Per poter vivere abbiamo bisogno di energia vitale, ma senza una giusta quantità di questa energia le varie funzioni organiche non possono essere svolte in modo adeguato. Coloro che ne scarseggiano hanno poca resistenza nei confronti delle malattie infettive, sono continuamente afflitti da raffreddori, influenza, dolori di vario genere e malattie diverse.
Spesso soffrono di stanchezza cronica, hanno poca memoria e sono spesso irritabili.
Per meglio rappresentare la pratica dello Shiatsu, corre l'obbligo di ricordare l'enorme contributo dato da uno dei più grandi praticanti del XX secolo: Shizuto Masunaga. Nato in Giappone nel 1925, è annoverato quale fondatore del Centro Iokai Shiatsu di Tokyo.
Dopo il completamento degli studi terminati con la laurea in psicologia e divenuto docente presso l’Università di Tokyo, verso la fine del XX secolo Masunaga riportò alle origini lo Shiatsu, sviluppando un suo stile personale denominato Zen Shiatsu, in cui gli studi di medicina Tradizionale cinese e giapponese si intrecciavano con le conoscenze di fisiologia Occidentale.
Il sistema dello Zen Shiatsu considera il ricevente nel suo "insieme". Attraverso i meridiani (sistema di canali di scorrimento del KI ), l’operatore agisce sulla mente, sullo spirito, sulle emozioni e sul corpo di colui che riceve il trattamento.
Gli aspetti legati all’energia vitale necessiterebbero di un’analisi molto più ampia, ma voglio precisare che, credere o meno all'efficacia del trattamento Shiatsu, credere o meno all'esistenza dell'energia vitale è alquanto ininfluente poiché lo Shiatsu funziona a prescindere.
L’importante è che l'operatore esegua il trattamento in modo corretto così da regalare alla persona ricevente tutti gli effetti positivi che generano benessere.
Tuttavia, tengo a precisare che lo Shiatsu non è un sostituto di terapie mediche, paramediche, psicologiche e psichiatriche, ma è un metodo finalizzato al ripristino dell’equilibrio energetico dell’individuo.
Per queste sue caratteristiche è risultato essere perfettamente affiancabile, in accordo con il medico curante, a qualsiasi trattamento terapeutico convenzionale e non convenzionale.
Lo Shiatsu è quindi una specifica disciplina che ha lo scopo di mantenere o ripristinare la salute in termini energetici, consentendo all’organismo di trovarsi nelle condizioni migliori per mettere in atto le sue grandi potenzialità e capacità di “autoguarigione”.
Donato Lioce
Dottore in Scienze Motorie