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Liberati dalle zavorre mentali
Un nuovo anno è iniziato e le nostre menti sono piene di buoni propositi e di obiettivi da raggiungere.
Le prime pagine delle agende cominciano a riempirsi di nuovi appuntamenti e impegni e a colorarle sono le speranze e le aspettative che investono l’anno appena iniziato.
Tante le considerazioni che fanno da cornice al ricordo dell’anno appena finito e che ci fanno sentire un po' di nostalgia ma anche tanta nuova energia.
Da un punto di vista psicologico, per salvaguardare la nostra salute mentale, potremmo provare a liberarci di alcune zavorre che ci creano disagio e disarmonia.
Zavorre che rappresentano elementi disfunzionali che ci impediscono di avere una visione amplia della nostra vita e che non ci permettono di vivere al meglio le relazioni con gli altri e lavorare in modo armonico sui nostri limiti e sulle nostre risorse.
Zavorre pesanti e inutili sono la permalosità, la mediocrità, l’invidia e il pregiudizio.
Essere permalosi vuol dire prendere tutto ciò che ci viene detto sul personale anche quando, ad esempio nell’ambito lavorativo, ciò che ci viene detto non ha a che fare con ciò che siamo ma con ciò che facciamo.
La permalosità ci mette continuamente in un atteggiamento di difesa e di chiusura e non ci permette di fare tesoro del punto di vista degli altri che, a volte, può esserci utile per migliorare e per crescere.
La mediocrità è un male che ci impedisce di lavorare al meglio su di noi e non ci permette di metterci di fronte ai nostri limiti con spirito critico per cercare di acquisire sempre maggiori conoscenze e competenze.
La mediocrità ci fa accontentare e non ci sprona a fare, a rinnovarci, a valorizzarci.
Un atteggiamento mediocre conduce ad un assetto mentale di tipo invidioso-distruttivo che utilizza la denigrazione dell’altro e dei suoi meriti e pregi per una sterile autovalutazione.
Invidia distruttiva che fa più male a chi la prova e non a chi ne è oggetto. Se sappiamo valorizzarci, crescere, maturare e metterci in discussione, non abbiamo bisogno di distruggere gli altri per sentirci belli, buoni e bravi.
È molto più salutare per al nostra mente riconoscere il valore dell’altro e prenderlo ad esempio, sapersi congratulare con chi lo merita e saper dimostrare il proprio apprezzamento rispetto alle qualità positive degli atri.
Valorizzare l’altro non vuol dire svalutare noi stessi. Avere un pensiero pregiudizievole è come vivere con il freno a mano tirato e non muoversi, essere fermi sulle proprie certezze e non contemplare la meraviglia della scoperta, della relatività dei pensieri e delle opinioni.
Saper ritornare sui propri passi, saper mettere in discussione le proprie certezze vuol dire essere liberi da preconcetti e pregiudizi. Saper chiedere scusa, "mi dispiace, cambierò, migliorerò, aiutami, comprendimi…" vuol dire sapersi liberare dalle zavorre che intossicano la nostra mente e chi fanno trincerare dietro sterili certezze.
Senza zavorre saremo più leggeri, liberi e pronti a scoprire la meraviglia dell’essere uomini e donne capaci di discernimento e armonia.
Buon 2023 a tutti.
Dott.ssa Maura Ianni
Psicoterapeuta