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Fibromialgia. Combattila con la dieta e con lo sport

La fibromialgia è una malattia caratterizzata da dolore muscolare cronico, diffuso e che cambia continuamente di localizzazione, ed è associata ad altri sintomi come  stanchezza e affaticamento.

Il dolore cronico irreversibile è causa e conseguenza di inevitabili disturbi dell'umore ed alterazione della qualità e della quantità del sonno che contribuiscono a peggiorare il quadro clinico dei fenomeni di stanchezza ed affaticamento.

Questa malattia ha tutt'oggi una difficile diagnosi, non è considerata una malattia reumatica in senso stretto poiché gli indici di infiammazione tipici delle malattie reumatiche risultano nella norma, ed è confusa con la sindrome da stanchezza cronica. 

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In ambito medico è considerata malattia rara ed insorge prevalentemente nelle persone adulte di sesso femminile, con picchi tra i 25 - 35 e 45 - 55 anni di età, ma non sono rari oggigiorno casi in età pediatrica e durante l'adolescenza. 

 

L'esordio della malattia sembra essere un evento scatenante di tipo fisico o psichico: eventi fisici come patologie, infortuni, traumi o eventi psichici come lutti, grave stress, ecc..

Tuttavia può essere anche causata da una malattia febbrile ad eziologia virale (virus di Epstein-Barr, o virus influenzale). 

 

Da numerosi studi sulla malattia sono emerse alterazioni dei neurotrasmettitori a livello del sistema nervoso centrale, cioè di quelle sostanze di fondamentale importanza nella comunicazione tra le cellule nervose.

Da ciò è comprensibile considerare la fibromialgia come una patologia della comunicazione intercellulare. 

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La fibromialgia è simile ad altre condizioni croniche in quanto non può essere curata definitivamente, ma si può intervenire sui sintomi, e poiché non si tratta di una malattia pericolosa per la vita è importante trattare e gestire i sintomi associati per migliorare la qualità della vita del paziente.

 

Essendo una patologia multifattoriale e su base infiammatoria, compaiono anche disturbi digestivi, intestinali, disturbi del sonno e sbalzi d’umore.

Recenti scoperte individuano un'ulteriore causa che concorre allo sviluppo della malattia.

Chi soffre di fibromialgia ha un’alterata permeabilità intestinale legata ad un malfunzionamento intestinale: questo può favorire un maggior assorbimento e passaggio in circolo di sostanze tossiche che possono provenire dagli alimenti.

 

Da questa premessa è chiaro come un'alimentazione sana e ricca di vitamine e minerali possa influire positivamente sulla gestione della malattia. 

Diventa quindi essenziale seguire il più possibile un’alimentazione che miri a ridurre il più possibile lo stato infiammatorio alla base della patologia. Oltre ad aumentare il consumo di frutta e verdura è necessario ridurre la carne rossa e aumentare il consumo di cibi ricchi di omega 3.

L'ideale sarebbe anche consumare frequentemente centrifugati e frullati che aumentano l’idratazione dell’organismo. La carenza di quest’ultima può portare all’insorgere del dolore, in particolare emicrania. 

Inoltre, un paziente fibromialgico deve evitare di rientrare nella condizione di sovrappeso.

È importante quindi acquisire fin da subito delle buone abitudini alimentari. Esse contribuiscono ed influenzano il decorso clinico della malattia, seppur non garantiscono la guarigione.

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Infatti la fibromialgia non è associabile ad uno specifico squilibrio alimentare o ad un'alterazione del metabolismo; tuttavia, alcune condizioni metaboliche come l'obesità o la sindrome metabolica, possono contribuire ad aumentare la percezione del dolore e il malessere generale nella fibromialgia. 

 

È importante associare un percorso nutrizionale adeguato abbinato ad un programma specifico di allenamento funzionale, ciò consentirà al paziente il ripristino delle condizioni generali e la perdita di peso laddove sia necessaria, poiché diversi studi dimostrano che le cause del tipico dolore muscolo-scheletrico sono associate all'obesità e alle diete ricche di carboidrati.

 

Per gestire la malattia e migliorare le condizioni di salute occorre consultare diversi Professionisti Sanitari. 

Un/a Nutrizionista/Dietista per comporre una dieta specifica, un/a Chinesiologo /a per la somministrazione di esercizi fisici appropriati.

Non c'è alcun motivo per evitare di praticare attività fisica in presenza della fibromialgia, al contrario. Numerosissimi studi hanno confermato che l'attività fisica,  oltre alla riduzione del dolore, apporta una serie di importanti benefici ai pazienti.

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Sebbene la fibromialgia rappresenti una patologia cronica, e per certi versi invalidante, è opportuno non eccedere con il riposo e affidarsi ad un Professionista per stilare un programma di allenamento specifico che, abbinato ad una alimentazione personalizzata, contribuirà ad alleviare la sintomatologia dolorosa della malattia stessa. 

 

Anche l'integrazione è fondamentale, sia per potenziare il sistema immunitario, già poco efficiente in pazienti fibromialgici, sia per compensare e correggere le carenze nutrizionali sempre presenti in tali soggetti.  

Ancora esistono persone che negano l' importanza dell'integrazione perché sono semplicemente poco aggiornati sulle review scientifiche e soprattutto sul funzionamento della biochimica umana. 

 

Affidarsi solo all'alimentazione per gestire malattie così complesse come la fibromialgia, non può bastare perché affidarsi solo a vitamine e minerali della frutta e della verdura oggigiorno non è più sufficiente a causa dei pesticidi e dell'inquinamento che riducono di molto il contenuto di preziosi antiossidanti. 

 

Occorre ricordare che la persona media è molto più inquinata sotto diversi aspetti, dal punto di vista ambientale, domestico, elettromagnetico, farmacologico, ludico (alcol, fumo di sigaretta, altri tipi di droghe) rispetto al passato, ne consegue che la triade alimentazione, esercizio fisico e integrazione è fondamentale per trattare la fibromialgia.

 

Dott.ssa Simona Repetto

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