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Che vita di merda.
Cambiala con la mindfulness

Che vita di merda.

Non faccio altro che correre avanti e indietro con scarsi risultati. Se i risultati arrivano, la fatica per averli raggiunti si fa sentire, eccome.

Tristezza, stanchezza, svogliatezza, poco entusiasmo, noia, poco interesse per la vita stessa, tutto scorre così velocemente come lo scrollare delle pagine di Instagram: un secondo e già passi all’immagine successiva per immergerti in un’altra esperienza… e così via.

Confermo: “Che vita di merda".

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Mi alzo la mattina e già mi stresso per la paura di non stare nei tempi giusti e arrivare in ritardo al lavoro.

Sono a lavoro e mi stresso perché sia i colleghi che il Capo vogliono di più, sempre di più.

Quando esco dal lavoro devo correre a prendere i bambini per portarli in palestra.

Quando sono in palestra sono continuamente collegato ad internet attraverso il mio smartphone per vedere se magari c’è qualche altro lavoro che mi possa piacere o rendere di più. Oppure leggo le chat dell’ufficio dove, chi è rimasto a fare l’orario prolungato, aggiorna gli altri membri del gruppo sugli sviluppi di un dato progetto oppure scrive qualcosa per noia, così, giusto per sparare qualche cazzata…non si sa mai si inneschi un botta e risposta che riempie quel “vuoto”.

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Insomma, stress si aggiunge allo stress. Finita la lezione in palestra prendo i bambini e finalmente mi dirigo verso casa. Nel frattempo mi ricordo - meno male - che mia moglie mi aveva chiesto di prendere il latte prima di rincasare, altrimenti  non si riesce a preparare la colazione per l’indomani.

 

Arriva al supermercato, trova parcheggio, porta con te i bambini per non lasciarli soli in macchina, prendi il carrello e lo usi come trasportino per bambini per evitare di perderteli durante la spesa. Prendi sto benedetto latte e poi fai la fila alle casse, mentre i bambini si contendono il posto in prima fila nel carrello.

 

Esco e vado verso l’auto, che non sempre ritrovo al primo colpo: ovvio, quando l’ho parcheggiata pensavo ad altro. Sistemo i bambini e forse, dico “forse”, siamo pronti per il rientro alla maison. Quando finalmente entro in casa e vedo il divano mi ci fiondo subito, ma è soltanto un atterraggio di fortuna, anzi usando un termine tecnico aeronautico lo definirei un “touch and go”, 

perché mia moglie mi chiede di aiutarla ad apparecchiare la tavola per la cena. 

Ma che male ho fatto nelle vite precedenti da meritare una stressante come questa? Ne vale veramente la pena? Qual è il mio vero scopo nella vita? Lavorare per  vivere o vivere per lavorare?

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Qui mi sta sfuggendo qualcosa.

Gli anni passano in fretta, i capelli bianchi e le rughe aumentano e lo stress inizia  ad avere i suoi effetti, sia sul mio corpo che nei rapporti con il coniuge.

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Credo sia assolutamente necessario un cambio di paradigma. Ne parlo con un mio carissimo amico - noi lo chiamiamo scherzosamente Maestro Zen - e chiedo delucidazioni riguardo la tanto sbandierata mindfulness. Ormai in internet ce la infilano dappertutto.

Ma poi, che cavolo vuol dire questa parola in inglese? Sarebbe stato più facile usare una parola in italiano dal significato inequivocabile.

Mha…sarà che fa figo!

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Il “Maestro Zen” mi spiega: "la parola 'mindfulness' significa essere consapevoli e pienamente presenti in ciò che sta accadendo in questo momento, calandosi nell’istante presente. Il nome inglese mindfulness deriva infatti dalla parola Sati, termine in lingua Pali che possiamo tradurre come 'consapevolezza' o 'attenzione presente e attiva'".

Non lo freghi il Maestro, le sa tutte!

Si ma…come dicono i romani: “che vor dì?"

E qui viene il bello.

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Nella maggior parte della nostra giornata tipo, siamo soliti non porre quasi mai la nostra attenzione su quello che stiamo facendo in quel preciso momento. Solitamente, se iniziamo a farci caso, ossia a dirigere la nostra attenzione su quello che stiamo realmente facendo, ci accorgiamo che stiamo rimuginando su qualcosa che fa parte ormai del passato ma che si insinua continuamente nel nostro presente, arrecandoci più o meno sofferenza, oppure siamo proiettati verso un futuro che, nella realtà, non è ancora successo.

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In generale, non essere consapevoli durante la nostra esistenza significa:   sprecare la vita che stiamo vivendo, perdere informazioni importanti, perdere esperienze e occasioni importanti, non sfruttare a fondo il nostro potenziale, comunicare in maniera superficiale, rischiare più infortuni e incidenti, rischiare maggiori incomprensioni nei rapporti con gli altri… e per ora mi fermo qui. Tutto ciò ci rende più infelici di quanto ci si renda conto e più esposti allo stress e ai problemi psicologici, con tutte le conseguenze fisiche e mentali negative che possono derivare.

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La società ci vuole “multitasking”, ossia dobbiamo riuscire a fare più cose nello stesso momento al fine di aumentare la produttività. Per questo non riusciamo a comprendere ma soprattutto a “godere” di quello che stiamo facendo in un preciso istante,  nel famoso “qui e ora”.

 

Sembra una sciocchezza, ma provate a bere il vostro caffè del mattino, appena svegli, in pigiama, magari d’estate in terrazzo, seduti su una sedia sdraio e magari apprezzando i colori dell’alba di un nuovo giorno. Ho detto una cazzata?

Provate, cosa vi costa. Investite questi due minuti della vostra esistenza per un inizio di un cambiamento radicale, partendo proprio  dalle vostre abitudini che possono regalarvi delle esperienze di vita che vi faranno ricredere sull’affermazione che la vita che state vivendo è praticamente una vita di merda.

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Quando dico bere il caffè, non vuol dire bere il caffè e nel frattempo avere la Tv accesa su TgCom e contemporaneamente controllare sul vostro smartphone le varie e-mail che vi sono arrivate durante la notte. Intendo proprio quello che ho detto: sedetevi, portate la tazzina di caffè vicino al naso per apprezzare le note della tostatura della miscela; portate la tazzina alle labbra e cercate di assaporare la bevanda nera, ponendo la vostra attenzione alla dolcezza della bevanda, così come preparata precedentemente versandoci dello zucchero; se è troppo caldo o troppo freddo e, nel frattempo, riempite gli occhi inebriando il vostro cuore grazie ai colori che madre natura vi sta regalando con un’alba che mai prima d’ora avevate notato.

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Ecco, la mindfulness parte da qui, anzi direi dal “qui e ora”. Per poter iniziare questo percorso di “nuova vita”, dal cambiamento irreversibile, c’è bisogno di persone esperte che vi guidano, passo dopo passo, verso una realtà che, come vi accorgerete, ce l’avevate sotto il naso, solo che non ne eravate “consapevoli”. Proprio per facilitare coloro che hanno orari impensabili per frequentare corsi presso centro specializzati, la redazione della Rivista Vita sta mettendo a frutto alcuni corsi tenuti da specialisti del settore, disponibili tra alcuni mesi, e potrete trovarli direttamente sulle pagine del sito internet.

Nel frattempo…buon caffè!

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