Perché avviene questo?
Spesso le domande che ci poniamo sono: “Perché mi è così difficile fidarmi delle persone?”
"Per quale motivo ho così tanta paura di iniziare una relazione o stringere un’amicizia?"
Ognuno di noi, sulla base delle proprie esperienze e delle risorse che dispone, affronta la vita in modo diverso.
C’è chi si affida e ripone fiducia quasi subito nell’altro, chiedendo e dando consigli, complicità e confidenze e altri che, al contrario, hanno bisogno di molto più tempo.
Sono sempre di più le persone che intraprendono un percorso terapeutico proprio sulla conoscenza di sé stessi e sulla incapacità di instaurare nuove relazioni affettive.
Avere fiducia negli altri è una delle cose essenziali per l’essere umano ma al contempo è estremamente difficile riuscirci.
Il grande lavoro da affrontare risiede proprio nel fatto che conoscere meglio noi stessi ci aiuta a comprendere le persone che ci circondano.
Perché una persona non riesce più fidarsi degli altri?
Alzi la mano chi non ha subito una delusione o un tradimento!
Sono proprio queste frustrazioni che ogni tanto la vita ci propone, che ci fanno vacillare compromettendo i rapporti futuri.
Essere prudenti su chi accoglierà le nostre confidenze è normale e doveroso ma ATTENZIONE: quando questa aumenta in modo disfunzionale potrebbe scaturire una vera e propria fobia, spesso attribuibile ad esperienze traumatiche passate non ben elaborate.
PISANTROFOBIA è la paura apparentemente irrazionale a fidarsi delle persone.
Questa fobia emerge quando una o più esperienze negative segnano, a livello emotivo, la persona che ha subìto l’evento.
Ma cosa si nasconde sotto l’apparenza?
La vita ci mette quotidianamente difronte a tantissime prove su diversi piani, primo tra tutti quello relazionale.
Davanti a dei dispiaceri intensi, delusioni, fallimenti sentimentali ma anche amicali, la persona vivrà un periodo di dolorosa perdita paragonabile a un “lutto”.
I sentimenti che ne susseguono sono di diffidenza, sfiducia ma anche sospettosità e rigidità nel lasciarsi andare.
La paura di rivivere la stessa esperienza la porterà a “proteggersi” mettendo delle distanze tra sé e l’altro.
Essendo la pisantrofobia una paura, essa si attiva anticipatamente al momento in cui si presenta quello che per noi potrebbe rappresentare un pericolo.
È per questo che entra in gioco un meccanismo di difesa, automatico inconscio che prende il nome di EVITAMENTO.
La persona così tende ad evitare tutte quelle situazioni che potrebbero far rivivere quella sensazione di frustrazione sgradevole e quindi evita di uscire, conoscere persone nuove, allacciare rapporti, chiudendosi sempre di più in una “bolla” che gli trasmette comfort e sicurezza.
La paura è più grande del desiderio di fidarsi nuovamente di qualcuno.
Come venirne fuori?
L’elaborazione funzionale avviene nel momento in cui si concettualizza che l’essere cauto non significa non affrontare nuove relazioni.
Affidiamoci all’intuito e a quella “vocina” interna che ci consiglierà se fidarci o meno di una persona. È necessario non perdere la fiducia in noi stessi. Accettiamo il fatto che può capitare di sentirsi delusi o feriti, ma ciò non significa che sarà sempre così!
Iniziamo a dare fiducia all’altra persona un po' per volta, dando modo di farci conoscere e di conoscere con chi ci stiamo relazionando.
La fiducia è fondamentale per le interazioni sociali. Si innesca già dalle prime fasi evolutive. Da piccoli abbiamo bisogno di “affidarci” a qualcuno per poter sopravvivere. È da qui che si crea una base, più o meno sicura, per le relazioni successive.
Ognuno di noi è un plurale e tutti siamo diversi gli uni dagli altri. È questa la differenza di non pensare a “tutta un’erba un fascio”.
Imparare ad elaborare e accettare un torto subìto come parte della vita stessa e il fatto che non può succedere sempre.
Non farci venire sensi di colpa inutili. Può capitare di sbagliare, siamo esseri umani, ed è dagli errori che si impara! Il problema non si risolve isolandosi.
Di chi fidarci?
Innanzitutto, di noi stessi. Solo noi abbiamo la capacità di soddisfare le nostre aspettative.
Le relazioni interpersonali non devono essere viste come “stampelle”, perché siamo capaci di camminare con le nostre gambe.
Solo cambiando prospettiva si riesce ad acquisire più fiducia in noi stessi e di conseguenza averne per le altre persone.
Fidati delle persone che risultano empatiche fin da subito. Esse si riconoscono perché sono capaci di tessere un rapporto collaborativo di “dare e avere” in modo reciproco e bilanciato.
Fidati di una persona che sappia ascoltare, che sappia dare dei buoni consigli e che non ti giudichi.
Solo in questo modo capirai che sono tanti i momenti in cui hai bisogno di confrontarti o chiedere aiuto a qualcuno che però è diverso di affidare la propria vita o di farsi influenzare a tal punto di dipendere completamente da ciò che l’altro ci dice o di influenzare le nostre decisioni.
Adesso che sei arrivato alle conclusioni di questo articolo avrai capito che puoi fidarti degli altri solo se tu avrai fiducia in te stesso.
Dott.ssa Diana Resuttana
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